21 mag 2025

ANDREA FAPPANI, LEGGI E ASCOLTA LA SUA INTERVISTA DI MAGGIO

Ricorderete che qualche giorno fa Andrea Fappani, in una diretta WEB ospitata  sul canale IG di Cavallo Magazine ha rilasciato una intervista a due voci, assieme anche a Giancarlo Doardo, organizzatore del Futurity UE e soprattto del 38° Salone del cavallo americano, in corso in questi giorni a Cremona

Da quella intervista è  stato tratto un articolo stampa oggi sul  Quotidiano La Provincia e che qui riprendiamo volentieri (thank U Redazione C.M e Cochi A.) . Inoltre in fondo all'articolo potere rileggere alcuni dei quesiti più tecnici di quell'intervista (da me posti in chat)  .

RIVEDILA QUI 

Salone del Cavallo Americano 2025

 Andrea Fappani: un Vip a Cà de’ Somenzi

Dagli Usa arriva a Cremona il reiner che ha vinto di più nel mondo e nella storia. Ed è nato solo a pochi chilometri da qui!

Grande attesa e grandi emozioni in vista per gli appassionati di Reining durante il Salone del Cavallo Americano, di scena a CremonaFiere dal 23 al 25 maggio. Perché Andrea Fappani, italo-americano di stanza negli States dal 1997 e Numero Uno assoluto della specialità, tornerà a gareggiare in Europa per la prima volta dopo moltissimi anni, e lo farà proprio a Cremona.

Dal suo trasferimento oltreoceano questo grandissimo atleta, un vero e proprio “Sinner” del Reining - come è già stato soprannominato - ha inanellato una serie impossibile di successi nei più grandi eventi americani, fino a diventare il cavaliere che più ha vinto nel mondo e nella storia di questa disciplina fin dagli esordi negli anni Cinquanta. Ora Andrea scenderà nella grande arena ovale del Salone per contendersi con i migliori cavalieri europei uno dei titoli attualmente più prestigiosi al mondo: quello di NRHA European Futurity Open Champion 2025.

La gara è la più ricca del Vecchio Continente, perché offre un milione di dollari tondo come montepremi. Ma anche altri fattori hanno spinto questo maxi-calibro a intraprendere il lungo viaggio insieme al suo miglior giovane cavallo del momento, con tutte le spese e l’impegno che questo comporta: si tratta di un convinto endorsement per il livello cui è giunto il Reining in Europa sia quanto a “degni avversari” sia come qualità organizzativa degli eventi. Credito concesso fino ad ora solo a quelli affidati all’esperienza pluridecennale di Giancarlo Doardo, che del Reining a Cremona è l’assoluto master chef.

Classe 1977, Andrea in un certo senso torna a casa: è infatti nato a una manciata di chilometri dalla città padana, in provincia di Bergamo, nutrito da quella stessa fertile pianura. Suo padre Sergio, titolare di un’importante azienda agricola e grandissimo appassionato di cavalli americani, è stato presidente dell’Italian Reining Horse Association in anni in cui questo sport visse la svolta da hobby per pochi eccentrici facoltosi a vera e propria disciplina sportiva. Ha cresciuto suo figlio fin da ragazzino nella religione del sacrificio e del duro lavoro per raggiungere gli obiettivi prefissati, e sebbene probabilmente questo non sia sempre stato facile Andrea è la dimostrazione lampante che chi ha tempra e regge la pressione non può che arrivare al successo: «Qualunque cosa abbia sbagliato in vita mia, e ne ho sbagliate tantissime, la volta dopo non l'ho sbagliata più», spiega. «Questo è fondamentalmente ciò che ti permette di andare avanti».

Certamente quello di Fappani è un successo che forse nemmeno lui poteva immaginare: diventare il migliore al mondo in questo sport, soprattutto senza essere americano, non è esattamente una passeggiata. «È stato un sogno? Forse più una una sfida», ci racconta intercettato per una breve intervista non semplice da ottenere quando questo big si sta preparando a una gara importante. «A 18 anni ho parlato con mio papà e gli ho detto: io ci provo. Poi se non ce la faccio abbasserò le ali, tornerò a casa e lavorerò con te nella nostra azienda. Invece è andata bene».

E che bene! La gavetta però Andrea l’ha fatta tutta, di là dall’oceano: ha iniziato a lavorare in Oregon per Todd Bergen, un grandissimo trainer in quegli anni, dove si è fatto le ossa riguardo al difficile circuito americano. Nel 2001, a 24 anni, in sella ad RR Star vinceva già il suo primo Futurity Open (gara riservata ai puledri di tre anni che è in assoluto la più importante per la disciplina in America), primo non americano e più giovane rider a compiere l’impresa. E nel 2003 si era già messo in proprio, coltivando da allora in una costante ascesa il proprio business senza mai un inciampo. «Sono metà bergamasco e metà bresciano, lavoriamo sodo, non molliamo mai», ride. Ad oggi rimane l’unico non americano ad aver vinto il massimo titolo nel grande Futurity di Oklahoma, che i reiners chiamano significativamente “The Big One”, e lo ha fatto per ben quattro volte. Queste, e una marea di altre vittorie affisse nel suo interminabile medagliere, gli hanno fruttato nel 2006 il primato di più giovane Million Dollar Rider della storia. Da lì in poi, di milione in milione, è oggi arrivato ad essere l’unico e solo 9 Million Dollar Rider al mondo.

E sì, le basi di un successo internazionale così immane vengono tutte dalla laboriosa pianura padana: «Riguardo all’accumulo di vincite NRHA, quelle che nella vita di un reiner vanno poi a sommarsi per ottenere i vari titoli “Million”, avevo già iniziato quando ero bambino», ricorda il campione. «Mio padre ed io siamo sempre stati molto seri, e anche se non correvo nelle categorie professionali dedicavo tutto il tempo in cui non ero a scuola ai cavalli. Naturalmente la parte più grossa è arrivata dopo il trasferimento negli States. Ho messo giù la testa, ho cercato di imparare da tutti quelli che volevano insegnarmi qualcosa. E ho imparato veramente molto. In America più lavori sodo più vai bene, più vai bene più ti arrivano le opportunità. È una formula matematica, non c’è nessun segreto: grandi cavalli, grandi clienti e così sono riuscito a esprimermi». Modesto, in realtà: perché a cavallo ci vuole anche tanto talento e non tutti lo posseggono. È una dote naturale. Ma Andrea continua a sottolineare come nel suo mestiere la sete di conoscenza faccia la parte del leone: «Non bisogna avere solo fame di vittoria, ma una autentica fame di imparare sempre di più. Io ho imparato sia dai trainer per cui ho lavorato o da quelli che mio padre i primi tempi pagava per farmi da coach, sia da tutti i ragazzi che hanno lavorato per me. Tengo la mente aperta, perché si apprende sia dai grandi che dai piccoli. Ogni persona nell’ambiente dei cavalli è molto brava a fare qualcosa: cerca di capire qual è e falla tua! Imparo anche da mio figlio, così come lui ha imparato da me: ci stiamo spingendo a vicenda in una sana “competizione famigliare”».

Anche Luca, figlio maggiore di Andrea e della sua moglie californiana, Tish, ha infatti già intrapreso la carriera professionale nel reining e lavora al fianco del papà. Tirato su con la stessa ricetta con cui nonno Sergio ha allevato Andrea, Luca è a sua volta già un campione, così come Tish è un’amazzone di primissimo piano tra i non professionisti. Jeremy, invece, il figlio minore, ha un’altra passione che coltiva a sua volta a livello agonistico e con grande successo: il motocross. Anche quella ereditata da papà, che lo praticava in gioventù - cavalli reali e cavalli d’acciaio - e anche quella dispensatrice di pura adrenalina. Dopo alcuni anni in California, Stato d’origine di Tish, ora la famiglia Fappani vive da 15 anni in Arizona.

A Cremona, Fappani monterà Hosss (foto a fianco) , un magnifico stallone Quarter Horse di 4 anni che con lui è stato 7° allo scorso Futurity Usa: un cavallo dalle qualità eccezionali, che conosce molto bene per averne addestrato sia il papà, il famoso riproduttore Colonel Shining Gun (3ML$) , sia la mamma: «Questo mi fa sentire un po’ vecchio», scherza, «Ma ero davvero curioso di vedere il risultato di due talenti come quelli dei suoi genitori, che avevo sperimentato di prima mano». Ma come è venuta la decisione di tornare a gareggiare in Europa dopo tanti anni? Si è trattato solo dell’appeal di una gara e di una sede logistica ormai perfette anche per un palato fine come il suo, o c’è altro? «Certamente c’è stato anche un richiamo emozionale… Alla fine il mio cuore è sempre italiano, e avevo spesso detto sia alla mia famiglia sia a mio padre che almeno una volta, finchè sono ancora competitivo, avrei voluto tornare. Ho capito che il momento era arrivato lo scorso novembre a Oklahoma City, durante il Futurity: Eleuterio Arcese stava illustrando a me e ai proprietari di Hosss il Program europeo e le caratteristiche dell’evento, e loro hanno detto: “A noi farebbe piacere far conoscere la nostra scuderia dall'altra parte dell'oceano. Tu sei sei italiano e ti piacerebbe andarci con un cavallo competitivo. Mettiamo insieme i nostri sogni e partiamo!”. È bellissimo, sarò di nuovo a Cremona, dove è un po’ iniziata la mia carriera quando ero giovane. Dal compianto Peppo Quaini, notissimo allevatore in quelle zone, lavorava il meglio dei trainer americani dell’epoca: Mike Davis, Scott Fisher… Io andavo ad allenarmi là. E poi tutti i pionieri del Reining in Italia sono stati in gran parte cremonesi. Perché è proprio tra il Veneto e Cremona che è iniziato un po’ tutto. Sono sicuro che ritroverò tanti amici, e sarà davvero bello ed emozionante».

Ma che cosa pensa Andrea della concorrenza che si troverà di fronte una volta varcato il gate? Qual è la sua opinione sul livello del Reining che vedremo al Salone comparato con quello Usa? «Ormai la differenza sta solo nei numeri, ovviamente in America molto più alti. Ma la qualità in Europa è uguale al top quality in America. Ci sono ragazzi che sono venuti recentemente a mettersi alla prova negli US e con cavalli buoni hanno fatto delle splendide figure: vorrei citare per esempio Gennaro Lendi, che ora è “mio vicino” a Scottsdale (siamo appena stati co-Champions in un Derby pochi giorni fa), o Mirko Midili, che anche lui sta andando molto bene. Ci sono un sacco di italiani ed europei che arrivati negli Usa stanno dimostrando che siamo allo stesso livello». E tra quelli che sono rimasti qui e che Andrea dovrà affrontare sulla sabbia cremonese? «Beh lì l’uomo da battere è certamente Manuel Cortesi: sembra non importi neanche il cavallo che monta, ormai sta vincendo tutto! Contro di lui sarà una sfida sia per me che per chiunque altro. Però se sei “confident” dentro te stesso, sicuro di quello che fai, non ti preoccupi di chi dovrai battere. Io non ho paura, semplicemente faccio del mio meglio. Nella mia carriera ho corso contro tanti, tanti, talenti, alcuni anche migliori di me. A Cremona avrò un buon cavallo. E sarò lì con tanti amici a fare una bella esperienza. Se le cose andranno bene Manuel farà fatica come la farò io. Se andranno male, magari non vinceremo né io né lui, ma qualcun altro!». 

Oltre a questo bellissimo pezzo, riprendiamo qui sotto alcune domande più "tecniche" emerse nel corso della Diretta del 13 maggio e che ho avuto il piacere di porre via web ad Andrea tramite la giornalista Nicole di CM

(domande da Mauro) Andrea, ci diciamo spesso tra addetti ai lavori  che il Reining è cambiato molto in questi anni. Ma in che senso per te. C'è più genetica, meno addestramento o cosa è cambiato davvero?

Più genetica,  meno addestramento...oppure per dirla meglio: sempre lo stesso addestramento, ma diverso. Quando ho iniziato io ci concentravano molto di più nell'insegnare la manovra al cavallo perché i cavalli non erano naturali nelle manovre. Mancava una genetica attenta, i cavalli della mia prima giovinezza non erano certo come questi grandi cavalli che nascono già molto naturali su spin, stop e cambi di galoppo, per fare degli esempi.

Quindi anche il  mio metodo di addestramento è cambiato molto, perché non devo concentrarmi più tanto nell'insegnare la manovra. Ma attenzione è vero anche che i cavalli di oggi  devono essere gestiti sia mentalmente che fisicamente molto di più, nel senso che sono cavalli molto più sensibili mentalmente, che facilmente puoi impaurire e rimandare indietro.

Soprattutto  qui negli Stati Uniti  dove ci concentriamo  molto sui tre anni, sapppiamo molto bene che a quell'età i cavalli  che sono molto atletici, ma  tante volte fanno quasi troppo per il fisico che hanno. 

E allora devi essere tu a saper seminare correttamente. Devi capire tu quanto puoi spingere, quanto puoi lasciarli fare. Loro magari vorrebbero  fare di più perché sono dei grandi atleti in modo naturale, ed  è allora compito nostro di trattenerli un pochino, quasi di tenerli un po più indietro. Ecco perchè dicevo all'inizio che c'è sempre e comunque tanto Training da fare ma è davvero cambiato moltissimo l'approccio verso i cavalli e soprattutto verso i giovani cavalli.

Andrea, nell'ambiente equestre tu sei assai noto per essere  un capo piuttosto "esigente" con i tuoi collaboratori, con chi viene da te per imparare il mestiere. Negli anni peraltro hai visto passare molti ragazzi da te, diversi dei quali poi hanno continuato a correre sulle proprie gambe, mettendosi magari in proprio o trovando posto nel tuo team o quelli di altri top trainers., Che ne pensi di questa nuova generazione di "apprendisti Reiners". Più talentuosi, tanto impazienti o come vedi tu l'approccio al lavoro in questi anni.

 Di sicuro sono esigente, so bene quale è il mio standard. Perchè devi capire che  sono esigente, in primis con me stesso. Però so anche chiedere  consapevolmente fino a quello che realmente puoi fare. Nel senso che non è che chiedo alle persone  di fare quello che non sono in grado di fare. Dopo di che, è vero: se  possono darmi un 80% , io chiedo all'80% tutti i giorni. 

Quindi per risponderti: si, sono uno che chiede molto. Capite bene che nel mio Team cerchiamo di ottenere il meglio possibile, di  fare un ottimo  lavoro nel mondo del Reining e per questo chiedo che la gente intorno a me dia il 100% di quello che possono fare. 

D'altronde sono stato cresciuto così dai miei genitori e le persone per le quali ho lavorato da giovane,  avevano la stessa filosofia. Però guarda bene: se io davo il 100%, allora mi davano tutte le opportunità al mondo. E'  per questo che sono riuscito a ottenere quello che ho fatto nella mia vita, perché le opportunità mi son state date perchè io ho ci ho messo il 100% di quello che potevo fare. Ecco perchè sono cresciuto  con  questa filosofia 

Naturalmente c'è tanta gente che non è come me;  adesso che divento  un pò più vecchio capisco che magari  non puoi chiedere a tutti di dare il 100% tutti i giorni,  magari la gente vuole divertirsi un po di più nella vita. Magari vogliono darti il 100% per cinque giorni e poi avere due giorni di riposo dove possono andare a svagarsi un pò. Tutto giusto, ma alla fine la gente che lavora con me, è gente molto simile a me. La realtà è che noi  ci divertiamo facendo quello che facciamo, ossia montare a cavallo. Poi certo, magari ci  prendiamo mezza giornata e facciamo un giro in  moto. Poi però alla fine la nostra passione sono i cavalli e siamo sempre qui in scuderia.

Andrea,  a volte si ha l'impressione che l'Europa guadagni terreno sui cugini americani, ma poi in realtà finisce sempre che  il Reining USA è  un passo avanti..... Quando guardi le nostre gare dal tuo divano al ranch (e  adesso le vedrai anche da vicino!) cosa pensi per davvero del nostro reining. A tuo avviso cosa manca qui in Europa o cosa va migliorato? 

Guarda Mauro, come dici tu il Reining in Usa  è sempre un passo più avanti, però quel "più avanti" diventa sempre più piccolo. Io vedo sempre che quando questo sport cambia qui negli Stati Uniti,  manca proprio poco perché cambi anche in Europa. Cosa è diverso? 

Qui in USA ultimamente le scuole dei giudici insegnano che vogliono vedere un Reining molto-molto naturale,  chiedendo allo stesso tempo tanta difficoltà; ossia, vogliono vedere tanta potenza e velocità, ma anche tanta pulizia e soprattutto  vogliono vedere un cavaliere che NON aiuta il cavallo. Questo significa meno contatto in bocca e  cavalli che sembrano molto naturali nelle transizioni tra una manovra e l'altra. 

Quando vedo le gare in Italia, in Europa in generale, secondo me abbiamo anche qui delle grandi manovre espresse soprattutto dai Top:  grandi spin, grandi stop. Tuttavia a mio avviso manca tante volte un pochino di pulizia. Una pulizia nella manovra, che in realtà iniziamo a vedere anche di qua dall'oceano almeno ai livelli più alti. Più  in generale la pulizia di cui parlo io, nel senso una transizione pulita da una manovra all'altra, è quello che fa la reale differenza tra il +mezzo  e il +uno qua negli Stati Uniti. Si può dire infine che la nostra mission sempre più sia quella di mantenere alta la velocità di manovra ripulendo ogni esecuzione ancora di più. Una cosa che è più facile dirlo che farlo, insomma...

Tutti gli sportivi hanno un Hobby nella vita. Chi viaggia, chi gioca a golf, chi dipinge quadri. Salvo poi scoprire che quando Andrea non fa Reining.....va comunque a cavallo (!!!) E parliamo ovviamente delle tue recenti sortite nel mondo del Working Cow Horse e del cutting 

E' vero... ultimamente ho fatto working cow-horse e un po’ di cutting. Mi piacciono molto, mi diverto. Però - lo ammetto -  ho dovuto ritornare a concentrarmi sul Reining.  Ho capito che era davvero troppo: non si può fare tutto nella vita e io ho ancora un paio di goals, un paio di traguardi diciamo così da raggiungere nel Reining…"


OPPURE RIVEDILA QUI 

...Un attimo prima che tutto abbia inizio, una intervista esclusiva al 9ML$ Andrea Fappani, indiscusso LTE all time Nrha leader, che sarà in Italia per gareggiare all'EUROFUTURITY 2025 all'interno del Salone del Cavallo Americano organizzato da TFY by G.Doardo.

SEGUICI IN DIRETTA WEB DAL CANALE ISTAGRAM DI CAVALLO MAGAZINE. MART 13/5 ORE 18.30


Thanks Redazione e WEB Cochi, Nicole & Liana