GLI INIZI, L'ORO MONDIALE, IL FUTURITY (RI)VINTO A NOVEMBRE. GENESI DI UN GIOVANE CAMPIONE? ...DI "SICURO"!
( Show pics courtesy Bonaga) Nella lunghissima striscia di terra chiamata Puglia, dove tra gli ulivi il terreno è fertile e rossiccio, la sabbia è
bianchissima e il mare a tratti ha riflessi caraibici, anche il Reining batte forte da
sempre. Lo fa nelle gesta di alcuni grandi
campioni: ieri era la famiglia Latorre (Michele e poi Eugenio) , oggi domina la scena il
Brand Quarter Dream di Pietro Marseglia che alla guida come Head trainer ha voluto
fortemente un ragazzo salentino di quelle parti, Nico Sicuro.
Lui arriva da un anno strepitoso dove ha messo a segno la vittoria sia nel Futurity Open L4 di novembre a Cremona, che nei Mondiali di Givrins a luglio, tutto in una stagione che - se mai ce ne fosse ancora bisogno - lo ha consacrato tra i BIG assoluti del Reining continentale.
All’alba dei suoi 27 anni, Nico ha messo in carniere numerosi
titoli europei, qualche Special giocato oltreoceano e una certezza sempre più granitica:
si, questa è la vita che voglio vivere! Una certezza che anche nel suo caso,
affonda le radici in una passione di famiglia.
“ E’ proprio così. Io di fatto sono nato con i cavalli
intorno. Mio nonno, mio padre hanno sempre avuto cavalli nelle nostre campagne ed era proprio lì, assieme a loro che
volevo passare le mie giornate sin da bambino. I campi, il sole, la vicinanza
di questi splendidi animali. Ad un certo punto, io e mio fratello eravamo
bambini mio padre ha iniziato ad
appassionarsi al mondo performance facendo un po' tutte le discipline, finchè non abbiamo incontrato il Reining. Ed è
stato subito grande amore. Il mio primo istruttore vero e proprio è stato Max
Malagnino con cui cominciai a fare le prime gare regionali nelle Youth e
nelle Rookie. Anche mio fratello Matteo allora condivideva questa
passione assieme a me, anche se negli anni si è capito che per me il Reining
era qualcosa di più di un hobby da coltivare nei week end.
E’ stato difficile fare capire in famiglia il passaggio da
Hobby a carriera lavorativa?
Mmmm…futuro sportivo, futuro incerto! Vale per tutti gli
sport, figurati per uno sport di nicchia come il Reining e poi da noi in
Puglia…lontanissimi dal cuore nazionale di questa disciplina.
Però in verità la mia famiglia mi ha sempre appoggiato ed
aiutato a portare avanti questa mia passione. Certo, mia madre avrebbe voluto vedermi studiare fino
alla Laurea; quindi per un po' ho cercato di tenere insieme tutto e non
prendere decisioni avventate. A quel tempo stavo arrivando ai 18 anni e alla
fine della scuola, mi guardavo in giro, ma faticavo a prendere la decisione di
farne una scelta di vita, senza dispiacere a chi più mi voleva bene
Come è arrivata la scintilla?
Durante le gare mi aveva notato Dido Masi (che saluto
con affetto) al quale avevo confidato questo mio desiderio. Un giorno mi ha
chiamato e mi ha fatto un’offerta vera di iniziare da loro come
Assistente. Eccola, la scintilla! Ho
affrontato la cosa con la mia famiglia - a cui sono legatissimo - e ho fatto la
mia prima valigia vera e propria. E non è stato facile, sai?
Tu ci nomini Dido e a tutti viene in mente ovviamente suo papà Filippo, che ci ha lasciati due anni fa...
Anche a me, credimi. Filippo Masi, un uomo sempre sorridente. Una
grande persona, sempre pronto per un consiglio. E poi Dido, accogliente, capace,
Paola che mi ha fatto sentire davvero come in famiglia. E’ stato un anno
fantastico in un centro prestigioso come l’Alba QH, dove davvero ho visto come
andavano gestite le cose da tutte le angolazioni, dal rapporto con i clienti
all’acquisto del fieno.
Ma se non sbaglio sei poi andato ancora più lontano…
Eh si…dopo un anno è arrivata “last minute” la chiamata di Davide Brighenti. Quell’inverno
ho dovuto prendere una decisione su due piedi e ancora me ne rammarico – intendo nei confronti della famiglia Masi !-
. Il fatto è che apprezzavo molto Davide come Trainer e desideravo da sempre
poter lavorare nel suo centro. E così ho rifatto le valigie mi sono allontanato
ancora di più da casa.
Fino all’arrivo del “convitato di pietra”, anzi di Pietro,
inteso come Marseglia e del suo Brand allora emergente Quarter Dream.
Esatto. Io quell’anno avevo avuto occasione più volte di fare
bene nei Livelli 1-2, ma ero consapevole che per stare tra i Big occorreva un
altro passo. Per questo, quando Pietro mi parlò del suo progetto e del fatto
che voleva investire su di me, rifiutai
con riluttanza la prima proposta di Q-Dream: non mi sentivo pronto, sapevo di
dovere ancora apprendere alcune cose per montare e gestire cavalli da “Formula
1”. Così sono rimasto ancora un anno in
Lombardia. Pietro ha capito , spero abbia anche apprezzato. Al tempo aveva
cavalli da Gennaro, da Gebert, insomma diversificava dai migliori cavalieri,
roba da fare tremare i polsi
Ma intanto mattone dopo mattone, Pietro finiva la sua
facility in puglia.
Esatto, dopo anni in giro per l’Europa i tempi erano maturi
anche per lui per fare una scelta
diversa, quella di investire sul suo posto. Ho iniziato a collaborare con lui a fine 2018, c'è stato un periodo di studio reciproco e di gare fatte con alcuni dei suoi cavalli.
Però ricordo bene un momento in particolare: mi trovavo a
Roma Cavalli ed esibivo in arena Im a
Sailor Brother. Fu un momento magico,