23 mar 2016

CRAIG JOHNSON E LA FOBIA DELLA PRIMAVERA !

IT'S SPRING TIME, AGAIN...
"IL LATO OSCURO DELLE ARENE COPERTE"
"Surfando nel web, alla ricerca di un articolo adatto a dilettare i miei lettori in questo primo scampolo di primavera, mi sono imbattuto in questo simpaticissimo articolo scritto dal Million Dollar Nrha Craig Johnson, due volte Futurity Champion e molte altre cose. Non sapevo di questa sua vena ironica e del fatto che ogni tanto sul suo sito, posta alcuni commenti davvero divertenti e irriverenti.
Qui Craig racconta in modo assai spassoso della sua “Fobia” per la primavera, legata al fatto che dopo una stagione passata al coperto, - vi sarà capitato - appena si mette il naso fuori nelle grandi arene scoperte, i cavalli sembrano tornare sdomi. Ovviamente è un racconto ironico con una chiusa seria, in cui Craig racconta anche di quando era ragazzo nelle terre fredde dell’Iowa e del perché (lo avrete capito!) ora ama tanto il caldo del Texas !!! 
 CRAIG JOHNSON
LA MIA FOBIA PER LA PRIMAVERA!”
 (LIBERAMENTE TRADOTTO DA M.PENZA)
Racconta CRAIG: << Molti appassionati di cavalli, vivono in parti del mondo dove l’inverno incide in modo davvero significativo su quello che si fa.  Parlo di terre dove l’inverno porta con sé neve, ghiaccio, freddo, buio, vento e tormente di neve. Ma una cosa è peggio di tutto… le Arene coperte ! 
Sono cresciuto nel Iowa del nord dove l’inverno è qualcosa di più di una stagione di passaggio. (CLICCA QUI SOTTO E LEGGI IL RACCONTO
lL'inverno, è un pò lo spazio temporale  che separa la semina del grano dalla raccolta. Il grano cresce in fretta e i miei genitori erano allo stesso tempo Trainers, allevatori, commercianti e garisti, ma avevano anche una azienda agricola da portare avanti. Insomma, avevamo qualcosa da fare, mentre guardavamo il grano crescere.

Mio padre, molto tempo fa, costruì una delle prime arene coperte dell’Iowa. E’ ancora lì e credo che dovrebbe essere inserito tra gli edifici storici dello stato. Se non altro perché all’inizio è stato davvero per tutti il “ grande mistero”!
All’inizio, tutti pensarono che era davvero il ricovero attrezzi più grande del  mondo. Strano, si diceva in giro, visto che avevamo solo due trattori. Poi si sparse la voce che lì sotto non c’erano solo le attrezzature, ma anche un deposito di fieno e di granaglie.
Figuratevi quando infine  alcune audaci “spie” locali, scoprirono che dentro non c’era assolutamente niente se non una distesa di sabbia !
C’è da dire che, dopo tutti questi anni, quel posto non è più un’arena coperta. E’ diventato per davvero il “deposito attrezzi più grande del mondo”. Beh, così almeno nessuno pensa più che la mia famiglia non è tanto sana di mente, o almeno spero la maggior parte delle persone.
Anche se ancora qualcuno da quelle parti si domanda perché diavolo utilizzavamo tanta ottima terra da grano, solo per farci un pascolo per cavalli.

La verità è che comunque per quei tempi, la nostra  Rafter J Indoor Arena era una meraviglia di costruzione moderna. Larga ben 15 metri di luce senza pilastri e lunga oltre 50 metri. Tutta chiusa. Aveva nei lati corti degli Chutes da Roping e anche degli Chutes da rodeo. Era il posto magico dove potevamo addestrare cavalli tutto l’anno, senza preoccuparci del meteo. Certo, il tetto e le pareti chiuse significavano niente luce del sole, o dovrei anche dire massimo raffreddamento d’inverno e massimo caldo d’estate (!) Mi sa che la scelta di impacchettare e chiudere proprio del tutto l’arena aveva qualcosa a che fare con queste caratteristiche.
Che dire. E’ il posto dove ho imparato cose fantastiche sui cavalli. Il posto dove sperimentavo quotidianamente le cose che in teoria secondo me, avrebbero dovuto funzionare. Il lavoro alla lunghina sui puledrini, la doma dei due anni e poi le lunghe ore passate ad esercitarmi al  roping mentre ovviamente  addestravo cavalli da cutting, da pleasure e da reining.
In alcune giornate utilizzavamo questo spazio per il breeding e, lo confesso, a volte davamo vita alle nostre fantasie da “Bull Riders” a bordo delle mucche di mio papà. Bellissimi ricordi, davvero. 
Però c’è una cosa che non ho mai capito delle Arene Coperte!
Non importa quanto tempo e quanti sforzi mettevi nell’addestrare il tuo cavallo alla perfezione. Quando alla fine arrivava la primavera e potevi finalmente cavalcare fuori, tutte le lezioni precedentemente assimilate dal cavallo, sembravano  sparire al primo accenno di “natura”

Natural horsemanship? Ma per favore. Se fosse così tanto naturale per un cavallo essere cavalcato in mezzo alla natura perché dovrebbero prendere il volo alla prima occhiata data a un posto all’aperto ?
Insomma, sembrava chiaro che un qualsiasi cavallo che il giorno prima nel coperto si stava esprimendo a grandi livelli atletici,  con una totale concentrazione e confidenza sulle manovre, appena arrivato all’aperto si sarebbe “rimbecillito all’istante” trasformandosi nel giro di pochi metri in un soggetto saltellante, tutto nitriti e coda diritta !
Beh, se non fosse stato che a quei tempi la maggior parte degli Show era all’aperto e che stavo sviluppando una certa ansia claustrofobica, vi posso dire che sarei stato a montare volentieri all’interno per tutti i giorni dell’anno
E c’erano poi altre cose fantastiche che mi aspettavano lì fuori. Uccellini cinguettanti, sibili di vento tra i rami, scoiattoli in fuga, cani che abbaiavano e….si, dimentichiamoci i cavalli. Naturalmente, alcuni di loro alla fine si abituano a tutto questo e tutto finisce bene.
Quelli che hanno fatto queste esperienze sanno di cosa sto parlando.
Per non parlare del panico che ti prende quando un lastrone di neve comincia a scivolare dal tetto del coperto con un sibilo che sembra il decollo di un Boing 747 che alla fine va a schiantarsi al suolo. Non c’è che dire: un buon collaudo per capire se si è ben attaccati alla sella.
OK, diciamo che avrete capito che è anche per queste ragioni che alla fine mi sono spostato in Texas dove addestro cavalli  da circa 30 anni
. Molte persone amano la primavera. Lo confesso: io ne avevo paura !!!
In questi ultimi tre anni, abbiamo lasciato il caldo del Texas e abbiamo raccolto alcune fantastiche opportunità di collaborazione nel nord est degli States. Le persone sono molto amichevoli, le città fantastiche, le estati sono gradevoli e il cibo è ottimo.
Tuttavia, ci sono quelle due cose che ancora mi causano brividi e quella vecchia paura che ritorna alla superfice: la primavera e le arene coperte!
Beh, c’è un lato positivo. Le arene oggi sono molto più grandi e ben illuminate. Ma sono pur sempre all’interno. Proprio l’altro giorno, ad esempio, dopo mesi di neve e fango, finalmente l’arena scoperta era di nuovo agibile.
C’era un sole splendente e le temperature erano risalite a un livello accettabile e confortevole. In quel preciso momento, tutto si è riaffacciato alla mia mente. L’Amnesia Equina davvero esiste (e pare ci sia relazione con la carenza di Vitamina D). Per fortuna oggi sta nevicando di nuovo e cercherò di recuperare nel mio cervello quei files che dovrebbero essere stati scaricati molto tempo fa sul mio hard disk !
Più seriamente, una lezione l’ho imparata
I cavalli dovrebbero esser esposti a ogni tipo di circostanza e situazione,  nell’idea che imparino a contenersi, a dominarsi, a rimanere concentrati e rispettare il cavaliere anche in situazioni sfidanti, quando sale la pressione. Presentare spesso qualcosa di nuovo e diverso al vostro cavallo, è una cosa che vi servirà molto. E se proprio siete intrappolati nel coperto per molte settimane ogni anno, ci sono un sacco di cose creative che potete inventarvi per aumentare la “tolleranza” del vostro cavallo.
Usate il Rope, trascinate degli oggetti, provate a  camminare su un telone steso a terra, montate in arena con dei giudici o con dei manichini messi in posizione, mettete su della musica o degli striscioni a parete. Le teste di vitello in  plastica o il flag automatico da cutting, sono alcuni dei giochi che potete utilizzare nelle vostre sessioni invernali. Il fatto di esporre il vostro cavallo a qualcosa che lo può potenzialmente distrarre è un modo per farlo crescere mentalmente.
Non lasciate che il vostro ambiente in arena diventi così sterilizzato da far si che il vostro cavallo soccomba ad ogni piccola cosa che incontra sulla sua strada o il “morso della primavera” si materializzerà !
Siamo davvero grati alle persone che ci hanno ospitato qui al nord, ma adesso – me lo concederete – è tempo che io ritorni al Three Circles ranch in Texas.
Spero che questo calmi quel sottile brivido causato dall’arrivo della primavera. OK il Texas non è magari sfidante sul tema della claustrofobia, dell’inverno  o dell’amnesia equina. Ma anche noi abbiamo a che fare con diverse cosette interessanti: serpenti, scorpioni, ragni, bombe di calore, Tornado e circa un metro di pioggia all’anno (15 cm alla volta!). Si, mi sento davvero  in pace laggiù, non c’è che dire.
E in più ci sono le mucche, un accento che io capisco e persone che stanno lavorando sodo per fare qualcosa. Insomma, è casa”.

Craig Johnson, 2014 
tratto da: www.craigjohnsoninternational.com

QUI SOTTO, CRAIG IN ARENA IN UN DEMO SENZA REDINI