"IL LATO OSCURO DELLE ARENE COPERTE"
"Surfando nel web, alla ricerca di un articolo adatto a dilettare
i miei lettori in questo primo scampolo di primavera, mi sono imbattuto in
questo simpaticissimo articolo scritto dal Million Dollar Nrha Craig Johnson,
due volte Futurity Champion e molte altre cose. Non sapevo di questa sua vena
ironica e del fatto che ogni tanto sul suo sito, posta alcuni commenti davvero
divertenti e irriverenti.
Qui Craig racconta in modo assai spassoso della sua “Fobia”
per la primavera, legata al fatto che dopo una stagione passata al coperto, - vi sarà capitato - appena si mette il naso fuori nelle grandi arene scoperte, i cavalli sembrano tornare
sdomi. Ovviamente è un racconto ironico con una chiusa seria, in cui Craig racconta anche di quando
era ragazzo nelle terre fredde dell’Iowa e del perché (lo avrete capito!) ora ama tanto il caldo del
Texas !!!
CRAIG JOHNSON
“LA MIA FOBIA PER LA PRIMAVERA!”
(LIBERAMENTE TRADOTTO DA M.PENZA)
Racconta CRAIG: << Molti appassionati di cavalli, vivono in parti del mondo dove l’inverno
incide in modo davvero significativo su quello che si fa. Parlo di terre dove l’inverno porta con sé neve,
ghiaccio, freddo, buio, vento e tormente di neve. Ma una cosa è peggio di tutto… le Arene coperte !
Sono cresciuto nel Iowa del nord dove l’inverno è qualcosa di
più di una stagione di passaggio. (CLICCA QUI SOTTO E LEGGI IL RACCONTO)
lL'inverno, è un pò lo spazio temporale che separa la semina del grano dalla raccolta.
Il grano cresce in fretta e i miei genitori erano allo stesso tempo Trainers, allevatori,
commercianti e garisti, ma avevano anche una azienda agricola da portare avanti.
Insomma, avevamo qualcosa da fare, mentre guardavamo il grano crescere.
Mio padre, molto tempo fa, costruì una delle prime arene coperte
dell’Iowa. E’ ancora lì e credo che dovrebbe essere inserito tra gli edifici
storici dello stato. Se non altro perché all’inizio è stato davvero per tutti
il “ grande mistero”!
All’inizio, tutti pensarono che era davvero il ricovero attrezzi
più grande del mondo. Strano, si diceva
in giro, visto che avevamo solo due trattori. Poi si sparse la voce che lì
sotto non c’erano solo le attrezzature, ma anche un deposito di fieno e di
granaglie.
Figuratevi quando infine alcune audaci “spie” locali, scoprirono che
dentro non c’era assolutamente niente se non una distesa di sabbia !
C’è da dire che, dopo tutti questi anni, quel posto non è più un’arena
coperta. E’ diventato per davvero il “deposito attrezzi più grande del mondo”. Beh,
così almeno nessuno pensa più che la mia famiglia non è tanto sana di mente, o
almeno spero la maggior parte delle persone.
Anche se ancora qualcuno da quelle parti si domanda perché diavolo
utilizzavamo tanta ottima terra da grano, solo per farci un pascolo per
cavalli.
La verità è che comunque per quei tempi, la nostra Rafter J Indoor Arena
era una meraviglia di costruzione moderna. Larga ben 15 metri di luce senza
pilastri e lunga oltre 50 metri. Tutta
chiusa. Aveva nei lati corti degli Chutes da Roping e anche degli Chutes
da rodeo. Era il posto magico dove potevamo addestrare cavalli tutto l’anno, senza
preoccuparci del meteo. Certo, il tetto e le pareti chiuse significavano niente
luce del sole, o dovrei anche dire massimo raffreddamento d’inverno e massimo
caldo d’estate (!) Mi sa che la scelta di impacchettare e chiudere proprio del
tutto l’arena aveva qualcosa a che fare con queste caratteristiche.
Che dire. E’ il posto dove ho imparato cose fantastiche sui cavalli.
Il posto dove sperimentavo quotidianamente le cose che in teoria secondo me,
avrebbero dovuto funzionare. Il lavoro alla lunghina sui puledrini, la doma dei
due anni e poi le lunghe ore passate ad esercitarmi al roping mentre ovviamente addestravo cavalli da cutting, da pleasure e
da reining.
In alcune giornate utilizzavamo questo spazio per il breeding e,
lo confesso, a volte davamo vita alle nostre fantasie da “Bull Riders” a bordo
delle mucche di mio papà. Bellissimi ricordi, davvero.
Però c’è una cosa che non ho mai capito delle Arene Coperte!
Non importa quanto tempo e quanti sforzi mettevi nell’addestrare
il tuo cavallo alla perfezione. Quando alla fine arrivava la primavera e potevi
finalmente cavalcare fuori, tutte le lezioni precedentemente assimilate dal
cavallo, sembravano sparire al primo
accenno di “natura”
Natural horsemanship? Ma per favore. Se fosse così tanto
naturale per un cavallo essere cavalcato in mezzo alla natura perché dovrebbero
prendere il volo alla prima occhiata data a un posto all’aperto ?
Insomma, sembrava chiaro che un qualsiasi cavallo che il giorno
prima nel coperto si stava esprimendo a grandi livelli atletici, con una totale concentrazione e confidenza
sulle manovre, appena arrivato all’aperto si sarebbe “rimbecillito all’istante”
trasformandosi nel giro di pochi metri in un soggetto saltellante, tutto
nitriti e coda diritta !
Beh, se non fosse stato che a quei tempi la maggior parte degli
Show era all’aperto e che stavo sviluppando una certa ansia claustrofobica, vi
posso dire che sarei stato a montare volentieri all’interno per tutti i giorni
dell’anno
E c’erano poi altre cose fantastiche che mi aspettavano lì
fuori. Uccellini cinguettanti, sibili di vento tra i rami, scoiattoli in fuga,
cani che abbaiavano e….si, dimentichiamoci i cavalli. Naturalmente, alcuni di
loro alla fine si abituano a tutto questo e tutto finisce bene.
Quelli che hanno fatto queste esperienze sanno di cosa sto
parlando.
Per non parlare del panico che ti prende quando un lastrone di
neve comincia a scivolare dal tetto del coperto con un sibilo che sembra il
decollo di un Boing 747 che alla fine va a schiantarsi al suolo. Non c’è che
dire: un buon collaudo per capire se si è ben attaccati alla sella.
OK, diciamo che avrete capito che è anche per queste ragioni che
alla fine mi sono spostato in Texas dove addestro cavalli da circa 30 anni
. Molte
persone amano la primavera. Lo
confesso: io ne avevo paura !!!
In questi ultimi tre anni, abbiamo lasciato il caldo del Texas e
abbiamo raccolto alcune fantastiche opportunità di collaborazione nel nord est
degli States. Le persone sono molto amichevoli, le città fantastiche, le estati
sono gradevoli e il cibo è ottimo.
Tuttavia, ci sono quelle due cose che ancora mi causano brividi
e quella vecchia paura che ritorna alla superfice: la primavera e le arene
coperte!
Beh, c’è un lato positivo. Le arene oggi sono molto più grandi e
ben illuminate. Ma sono pur sempre all’interno. Proprio l’altro giorno, ad
esempio, dopo mesi di neve e fango, finalmente l’arena scoperta era di nuovo
agibile.
C’era un sole splendente e le temperature erano risalite a un
livello accettabile e confortevole. In quel preciso momento, tutto si è
riaffacciato alla mia mente. L’Amnesia Equina davvero esiste (e pare ci sia
relazione con la carenza di Vitamina D). Per fortuna oggi sta nevicando di
nuovo e cercherò di recuperare nel mio cervello quei files che dovrebbero
essere stati scaricati molto tempo fa sul mio hard disk !
Più seriamente,
una lezione l’ho imparata.
I cavalli dovrebbero esser esposti a ogni
tipo di circostanza e situazione, nell’idea
che imparino a contenersi, a dominarsi, a rimanere concentrati e rispettare il
cavaliere anche in situazioni sfidanti, quando sale la pressione. Presentare spesso
qualcosa di nuovo e diverso al vostro cavallo, è una cosa che vi servirà molto.
E se proprio siete intrappolati nel coperto per molte settimane ogni anno, ci
sono un sacco di cose creative che potete inventarvi per aumentare la “tolleranza”
del vostro cavallo.
Usate il Rope, trascinate degli oggetti, provate a camminare su un telone steso a terra, montate
in arena con dei giudici o con dei manichini messi in posizione, mettete su
della musica o degli striscioni a parete. Le teste di vitello in plastica o il flag automatico da cutting, sono
alcuni dei giochi che potete utilizzare nelle vostre sessioni invernali. Il
fatto di esporre il vostro cavallo a qualcosa che lo può potenzialmente
distrarre è un modo per farlo crescere mentalmente.
Non lasciate che il vostro ambiente in arena diventi così
sterilizzato da far si che il vostro cavallo soccomba ad ogni piccola cosa che
incontra sulla sua strada o il “morso della primavera” si materializzerà !
Siamo davvero grati alle persone che ci hanno ospitato qui al
nord, ma adesso – me lo concederete – è tempo che io ritorni al Three Circles
ranch in Texas.
Spero che questo calmi quel sottile brivido causato dall’arrivo
della primavera. OK il Texas non è magari sfidante sul tema della claustrofobia,
dell’inverno o dell’amnesia equina. Ma
anche noi abbiamo a che fare con diverse cosette interessanti: serpenti, scorpioni,
ragni, bombe di calore, Tornado e circa un metro di pioggia all’anno (15 cm
alla volta!). Si, mi sento davvero in
pace laggiù, non c’è che dire.
E in più ci sono le mucche, un accento che io capisco e persone
che stanno lavorando sodo per fare qualcosa. Insomma, è casa”.
QUI SOTTO, CRAIG IN ARENA IN UN DEMO SENZA REDINI