20 gen 2024

DOPO IL SYMPOSIUM 2024, MOLTI SPUNTI PER I TRAINERS DI OGGI E DI DOMANI

"Va bene, vi racconto la mia due giorni in conclave con 100 Reining Trainers"
Terminato il Symposium 2024 eccoci di nuovo qui con Pierre Ouellet, organizzatore di questa fantastica "due giorni a porte chiuse" dedicata interamente e unicamente ai Trainers del mondo Reining. Un appuntamento informale ma di cui si sentiva il bisogno, vista la partecipazione in massa che c'è stata e che ricorda il titolo di un film Disney "La Carica dei 100...+Pierre!. Lui ce lo aveva promesso, ed eccolo qui Pierre, a raccontarci a caldo le sue impressioni dopo l'happening toscano di metà gennaio (pics by Instagram Reels by Bonaga)

 Pierre una tua prima impressione a caldo. Come è andato in generale il Symposium '24.

"L'adesione di così tanti professionisti è andata davvero oltre ogni aspettativa. Siamo arrivati a 100 cavalieri professionisti, un risultato mai raggiunto prima. E soprattutto con una iniziativa del tutto personale, lo voglio sottolineare, su cui non c'era nessuna dietrologia. Per capirci, NON ho nessuna intenzione di candidarmi in IRHA nel 2025, per favore scrivilo chiaramente.
Per tutti quelli che non hanno partecipato e per i Non Pro curiosi come me, sarebbe bello capire come si è svolto questo meeting, una sorta di "conclave" durato due lunghi giorni.

In arena, dove abbiamo fatto buona parte del lavoro, ho fatto subito una premessa in cui ho spiegato la logica generale del Sympsium 2024: parliamo di come addestrare meglio i nostri cavalli avendo in mente come "stella polare" il benessere/welfare animale e la pressione crescente che gli sport equestri hanno con il passare del tempo, anche verso l'opinione pubblica. Addestrare & Welfare nella stessa frase? Ma certo e soprattutto con lo stesso fine ultimo! E per convincere di questo le persone, oltre alla mia lunga esperienza di formatore, mi sono avvalso di cinque ragazzi vincenti oggi come Nico Sicuro, Manuel Cortesi, Davide Brighenti, Giuseppe Prevosti e Dido Masi. 
Ognuno di loro. che ringrazio di cuore 💓 , ha alle spalle un percorso e metodiche che nel tempo hanno cambiato, ognuno di loro oggi è più consapevole che metodi troppo invasivi (magari da loro stessi usati in passato) non solo sono eticamente sbagliati, ma spesso non portano a risultati vincenti!

Dopo di che per rendere questo incrocio di temi più  pratico ho coinvolto anche alcuni Stewards come D.Reghezza, A. Dezzuto e A.Ferrara mettendoli esattamente nel mezzo in arena, a confronto diretto con i Trainers e con me, durante tutto il percorso.

Il primo giorno abbiamo affrontato il lavoro su cerchi e spin e mentre i ragazzi mostravano come lavorare i cavalli, gli Stewards intervenivano ogni volta che una correzione era troppo invasiva, per far capire che si stava andando in una direzione sbagliata. 

O meglio,  gli stessi Tutors ogni tanto amplificavano una correzione, per meglio far capire ai presenti  l'impatto fisico ed emotivo sul cavallo, sugli Stewards, ma anche su un potenziale pubblico. 

Tutto questo è ovviamente emerso di più negli Spin dove è più frequente vedere l'abuso di "Jerkate" e speroni per mantenere posizione e cadenza. E proprio qui  c'è stato un lungo scambio di opinioni tra cavalieri e Stewards, fatto in modo corretto e con grande professionalità. Alla fine di questo dibattito spontaneo ho provato io a tirarne le somme. E ho detto che ascoltando tutti avevo capito  pur non potendo "scriverlo sulla pietra" , che se ad una data correzione (sempre una correzione accettabile. non qualsiasi cosa!) il cavallo risponde in breve migliorando la manovra,  non ci saranno grandi problemi. Ma se una correzione magari ripetuta in modo ossessivo  si traduce invece in  un cavallo ansioso, disturbato, evidentemente oltre la sua zona comfort, allora lo Steward ha l'importante DOVERE di richiamarti o persino di allontanarti. IL confine tra correzione sbagliata e "abuso" è d'altronde molto sottile e regole a parte. bisognerebbe sempre applicare il buon senso. E non è nemmeno un gioco poliziotto/ladro, ho invitato anzi tutti ad accettare nella figura dello Steward il giudizio di un occhio allenato che ti sta dicendo che vai in una direzione sbagliata, prima ancora che non accettabile.
Bella questa simulazione a metà strada  tra training e campo prova
Ah beh,  ti dirò che proprio per questo ad un certo punto sono entrato urlando in arena, richiamando a gran voce un cavaliere e uno Steward, usando maniere forti e sgarbate. Ovviamente facevo "teatro" e sono rimasti tutti interdetti, pubblico compreso, ma volevo fare capire che oggi può succedere anche questo in un campo prova, dove già la pressione è già  alle stelle., dove il conflitto prima di gareggiare è una cosa assolutamente da evitare.

Pierre, una delle osservazioni ricorrenti è che molti Stewards sono anche cavalieri e che in questo ambiente dove ci conosciamo tutti, è difficile essere obiettivi tra colleghi.
Mauro, la nostra è tutta  una prima "generazione" di ufficiali di gara. Questo problema, questa sensazione  oggi è quasi inevitabile. Per questo occorre grande professionalità da parte di tutti per mantenere un alto standard di soggettività. Infine il nostro è uno sport a Giudizio e guarda allo stadio quanti ancora se la prendono con gli arbitri nonostante il VAR e tutto il resto. Facciamo le cose con onestà intellettuale e andrà sempre meglio, a mio avviso la gran parte del lavoro fatto a bordo ring dai nostri Stewards già oggi è coscienzioso e corretto e se - come in tutti gli sport - capita di essere richiamati "dall'Arbitro" dobbiamo reagire in modo corretto e fair, facendoci anche magari un esame di coscienza.  

Mi dicevi che prima di cena avete anche avuto una lunga sessione di teoria in aula

Esatto, prima di cena ho mostrato in sala un Video-montaggio in cui alcuni Trainers  italiani oggi in USA rispondevano tutti alle stesse mie domande. Mi ha aiutato nel montaggio mia figlia Alessandra a cui e' piaciuto da subito il mio progetto. Ci ha lavorato assieme a  L&G Marketing dandomi davvero una mano importante sia per il montaggio che per la divulgazione dell'evento, curando per me alcuni aspetti tecnici e di promozione. 
Nel Video c'erano Gennaro Lendi, Mirko Midili, Guglielmo Fontana e Pierluigi Chioldo. Ognuno ha trattato i temi a modo suo sottolineando alcuni aspetti, ma anche con l'invito a migliorarsi, a fare le cose in generale sempre meglio.

Poi Francesco Martinotti, intervenuto in diretta streaming, ha invece risposto ad alcune domande dei ragazzi. Ci ha colpito molto con il suo voler sottolineare i concetti di umilità e di open mind, ossia del tenersi sempre pronti ad imparare. Ha raccontato che lui negli USA era arrivato convinto di "sapere" e ha dovuto azzerare gran parte delle sue convinzioni. E non ci sono scorciatoie , c'è solo il lavoro duro di ogni giorno e il fatto di imboccare la direzione giusta.
Abbiamo poi parlato con un grande campione di Motocross come Fabio Ferraris, oggi Coach di una nota scuderia e quindi, pilota che nel suo secondo tempo oggi aiuta altri piloti giovani ad emergere, a trovare la strada giusta. Sport diversi, ma stessa adrenalina: ha colpito molto l'immaginario dei ragazzi presenti, anche grazie all'aiuto di una Mental Coach sua amica che ha portato con lui e che ovviamente ha toccato gli aspetti più psicologici che si scatenano in ognuno di noi, quando il lavoro a casa si trasforma nella  delicata routine del pre-gara e infine della gara.

Infine ...è arrivata la cosa che ha magari fatto più male, il "pugno nello stomaco"...

Immagino che parli del sondaggio tra i Non Pro che avevi anticipato prima del tuo seminario
Esatto. I Trainers hanno spesso una percezione di sè stessi che non è esattamente corretta. Pensano di essere solo oggetto di ammirazione e di  agire come "un'isola" mentre invece oggi dopo tanti anni, esiste ormai una opinione diffusa e generalizzata sulla categoria dei "Pro", che in questo momento non è esattamente.... generosa. E la rete oggi non ti permette più di isolarti dal mondo , non esiste la fidelizzazione a vita.
Dicci di più...
Ringrazio l'Associazione Non Pro Reiners  che mi ha dato modo di diffondere ai loro associati in forma assolutamente ANONIMA un questionario via W-up a cui era possibile ovviamente rispondere solo una volta.

Degli 85 cavalieri Non pro che hanno risposto, una delle domande era sul cambio di Trainer. E sai cosa è venuto fuori? Un 80% di sensazioni fortemente negative. Non entro qui nel dettaglio, non sarebbe corretto essendo fatto a "porte chiuse" Ma sono emerse parole e percentuali forti, qualcuna assai spiacevole per chi ascoltava. Posso solo dirti una cosa: chi cambia Trainer/Scuderia non lo fa quasi mai per motivi di spesa, solo il 4.5% cambia per considerazioni economiche...  
Mi stai dicendo che i  punti di frattura tra i Trainers e i loro allievi sono quindi diversi. Le reazioni in sala alle varie percentuali di risposta ? 
Sorpresa, rabbia, non accettazione, persino qualche "risolino" di sufficienza. Ecco soprattutto a chi se la ride ancora nel 2024, io dico che queste persone in particolare ancora non hanno capito che fanno un mestiere e che si rapportano con altre persone (proprietari e NP) che hanno aspettative perchè pagano loro un servizio. 

E non parlo solo di risultati, parlo di etica del lavoro, onestà e lealtà, capacità manageriali e organizzative. La casacca di Tecnico Federale Fise è un primo passo, ma va compreso a fondo dai nostri professionisti, anche quando si parla del rapporto con gli allievi, in particolare più delicati  con i minorenni. Anche questo punto spiacevole (seppure in piccola parte) è venuto fuori nel sondaggio anonimo. 

Su queste cose c'è tanto da lavorare qui da noi . Se alcuni di questi ragazzi andassero da un Top in USA si renderebbero conto che montare a cavallo è solo una parte della complessa "azienda" che c'è dietro ogni Trainer/Scuderia che funziona e che vince.

Un primo giorno davvero impegnativo per chiunque fosse lì. E il secondo giorno cosa è successo?
Dovevamo lavorare su stop, roll back e cambi di galoppo con la stessa metodica del giorno prima. Apprendendo dai 5 tutors tecniche diverse, incrociate sempre con il tema del Welfare grazie alla presenza in arena degli Stewards.

Ma abbiamo fatto un ulteriore passo avanti. 
I 5 Tutors hanno lavorato in campo alternandosi, negli stop hanno lavorato sul fence e ho lasciato che mentre correvano si scambiassero opinioni, consigli, suggerimenti da parte di chi in quel momento li guardava da terra. Hanno lavorato collaborando, INSIEME. 

Ecco, ho detto ai presenti. Ecco quello che mi aspetto da voi nel vostro lavoro. Apertura mentale e collaborazione tra colleghi, proprio come loro hanno fatto qui davanti ai vostri occhi.  Chiedere, comprendere, condividere. 

Quando alla fine ognuno dei 5 è stato soddisfatto di uno o due stop e ha ritenuto che il cavallo avesse recepito il lavoro svolto, si è fermato. Sai quanto è durata mediamente la sessione di Fence? 15 minuti per ognuno.  Non 40 minuti, non due ore. Che è una cosa che fare oggi NON ha alcun senso. Ma non perchè ti ferma lo Steward - e fa bene! - ma perchè sei andato Over e il cavallo non sta più capendo (!) quello che cerchi di spiegargli. E che forse ti dovresti chiedere: forse vglielo sto spiegando  male, non solo per un tempo sbagliato !

Durante il fencing,  ai tanti Trainer che guardavano  le sessioni ho chiesto se avessero visto ogni singolo stop dei colleghi in sella. Ovviamente no, anche per la direzione spesso opposta e contraria. 
Ecco, ho ricordato a tutti. Non possiamo pretendere che uno Steward, che sta controllato un lato del Fence, abbia visto e vada a sanzionare un atleta che sta lavorando dalla parte opposta. Cerchiamo di capire queste dinamiche !

Alle 16.30 quando abbiamo terminato l'ultima sessione di lavoro, ho fatto un breve discorso in cui ho detto ai cento presenti che sono venuti in Toscana diverse cose, ma soprattutto questo: ciò che abbiamo fatto qui oggi non deve essere speciale. Deve essere normale, deve essere la normalità sia come categoria, che quando siete da soli nel vostro centro, nel rapporto con clienti e allievi. Io spero che su questi concetti i ragazzi abbiano tempo e voglia di riflettere e di fare uno scatto in avanti.

Poi una ultima cosa che mi ha davvero colpito nel profondo. Alla fine di tutto, Pino Stanzione mi ha raggiunto in mezzo all'arena. Ha detto alcune parole molto belle a nome dei presenti e poi mi ha messo in mano una busta: "Pierre, non offenderti, ma sappiamo bene che tutta questa cosa la hai organizzata tu gratuitamente con le tue forze per tutti noi. Ecco, abbiamo sentito il bisogno di fare una colletta spontanea tra noi, perchè era giusto farti sentire anche concretamente il nostro apprezzamento".

E allora si...io lì mi sono commosso!  Perchè dopo l'emozione delle grandi arene (Pierre Ouellet ha vinto tra l'altro tre volte il Futurity Open in Italia a scavalco dei '90, ndr) io ormai so che il mio compito adesso è lavorare nel backstage, perchè questo nostro ambiente cresca di livello sportivo e culturale, per guardare al futuro con fiducia, per creare un buon ambiente di lavoro per i nostri figli.

Pierre, la tua cronaca era così vivida che mi sembrava di essere lì con voi. Ma alla fine di tutto, a riflettori spenti, cosa mi dici dei tanti commenti già apparsi sui social che ora ti vorrebbero a capo di una associazione di trainers vera e propria ?

Non so se c'è bisogno e non so se si farà una vera e propria Associazione. Ma ti dico che ci sarò sempre per dare il mio contributo come in questi giorni. Ma lo farò  come Pierre Ouellet, ma non sono interessato a ruoli politici o di rappresentanza. 
Se volevi stuzzicarmi ad una risposta allora è : no, grazie.

In queste settimane immagino che avrai letto le interviste su questo Blog fatte al Presidente IRHA e ai Presidenti delle regioni, una sorta di "good willings" per il 2024.

Le ho lette, certo. Il Presidente Arcese tira sempre fuori dal cilindro un grande Show e anche nel 2024 ci saranno traguardi importanti. Io sinceramente vorrei soprattutto più armonia e collaborazione tra i diversi soggetti che operano nel nostro sport e poi, ma questo lo sai già, spero davvero che non si vada verso una divisione sempre più netta tra Top-Shows e tutto il resto.  Bisogna lavorare tanto sulla base (sulla Base!) come dicono diversi Presidenti regionali, credendoci, investendo risorse e competenze e con una idea di sviluppo di lungo termine". 

E mi saluta con la sua solita cordialità. Sembra un Signore di altri tempi, Pierre. Mi dice che è in aeroporto con la sua famiglia, per festeggiare con una breve vacanza i 45 anni del suo matrimonio. 40 anni! Un altro record "roba d'altri tempi", in questo frenetico mondo "global" dove ci aspettiamo che tutto succeda (e più spesso duri) giusto il tempo di un Like su Facebook.

Comunque sia Pierre , grazie per il tuo impegno, anche da parte mia.

THANKS  ALESSANDRA OUELLET AND  L&G MARKETING (A.Ouellet/Gori)