SCUDERIA ABATE MAGNIICO, PALOMBARA SABINA(ROMA)
PAOLO FABBRI E FRANCO GIANI A ROMA, UNA NUOVA PARTNERSHIP. DAL PASCOLO ALLE ARENE
Tutti conosciamo Paolo Fabbri, Reining Trainer e Istruttore Fise III° Livello di stanza in Lazio. In arena è stato FEI World Finalist nel 2016, NRHA World Champion, finalista in diversi Special, nonchè buon quarto agli Europei EAC Nrha del 2019. Negli ultimi anni ha dato vita e voce anche al primo embrione di quella che oggi è stata strutturata come Commissione Trainers.
Nel suo percorso ideale "dal paddock al campo gara", Paolo da quest'anno ha voluto inserire una figura professionale in più. Quella di Franco Giani, notissimo horseman, anzi il primo che ha importato il metodo Pat Parelli in Italia oltre venti anni fa, diventando ad oggi 5-Stars Master Istructor.
Così Paolo: "Che dirti. Inizio un nuovo capitolo del mio lavoro qui nel bellissimo centro Scuderia Abate Magnifico assieme ovviamente anche a Gabriele Di Febo e ne sono orgoglioso. Ed è una bella occasione per impostare tutto il mio lavoro in modo diverso e se vuoi per sfatare il mito della scuderia dove si affidano i puledri all'ultimo ragazzo arrivato, che deve "farsi le ossa". Ogni mestiere richiede esperienza d'altronde. É vero che aono i primi passi ma voi, per fare un paragone simile, affidereste i vostri figli in un asilo, da un maestro improvvisato senza esperienza specifica?
La Foundation è tutto, dicono in America. I fondamentali sono quelli che ti permettono di costruire il cavallo-atleta in una idea di collaborazione e di etica del lavoro positiva. Chi in questo lavoro cerca di andare avanti lo ha capito del resto da tempo. Io vorrei fare una cosa in più, metterlo in pratica seriamente. Affidando il Colt Starting - come si chiama ora - a un super professionista come Franco Giani. Una cosa la capiamo tutti: le prime ore, i primi passi con la sella sono pilastri fondamentali su cui il cavallo costruisce il proprio carattere.
Perchè oltre la genetica, ci sono le esperienze di vita del cavallo, che formano il suo carattere. Ansie, paure, timori, aggressività sono tratti assai spesso più legati al processo di apprendimento che alla genetica. Non sottovalutiamolo.
Vedo che negli ultimi anni diversi Trainer hanno fatto dichiarazioni esplicite - "outing" in questo campo, mentre in effetti venti anni fa e più era come ricordavi tu: "Last in Barn, first on Colt !!!"
Come ti dicevo, ciò che era prassi comune un tempo è ovviamente sbagliatissimo, per cavalli e cristiani. Vedi, per fortuna lo sport va avanti e con esso i metodi di addestramento. Il Reining di oggi,
quello fatto di velluto come dici tu, non è più quello dei '90 dove si viaggiava spesso attaccati alle redini. E allora occorre modificare già alla radice tutto quello che non funziona. Chi va avanti DEVE(!) stare in questa parte del campo. Chi rimpiange semplicemente i vecchi sistemi, i good ol' times, è destinato a diventare presto o tardi parte di un museo.Però vorrei anche sottolineare che tutto questo processo non è "la moda del momento". La maggior parte dei Trainers è su questa lunghezza d'onda da anni. Anni! Ben venga chi oggi si affaccia al nostro sport e ci chiede maggiore attenzione sul welfare animale. Ma basta girare nelle scuderie per rendersi conto che la parte sana del circuito è la grande maggioranza. E io penso davvero che il posto naturale di un Horseman, come un bravo psicologo, è quello di stare in un centro e lavorare di fianco ad atleti e futuri atleti. Negli USA si ha traccia di famosi Horseman già dal dopoguerra, persone di rara sensibilità. Nel tempo il loro metodo è stato capito, diffuso e tramandato. Ma per capirci, non amo vedere i metodi Parelliani applicati alla "signora di mezza età" terrorizzata dal proprio cavallo, nè credo che il vero fine del metodo Parelli sia quello. Le due parti, tecnica equestre e horsemanship devono viaggiare alla stessa velocità per avere effetti duraturi .
Qui si fa agonismo. Si insegna a persone e cavalli. Franco plasmerà le basi dei puledri grazie al suo sapere e le sue competenze, io - o altri colleghi cercheremo di sfruttare questo volano per fare sbocciare gli atleti di domani. Questa è la catena virtuosa del ciclo equestre. Nella mia idea, mi piacerebbe anzi che questo posto fosse una base , una sorta di centro di formazione per insegnare ai più giovani l'importanza della foundation e perchè no, anche un mestiere. In USA, per capirci ci sono alcuni Colt Starter che sono famosi nell'ambiente quanto Flarida e Fappani e non è un caso se molti vincenti escono proprio dalla loro mani".
Con lui è già operativo in scuderia Franco Giani. Sentiamo cosa ne pensa il noto Horseman: "Vedi, alla base della mia idea di equitazione ci sono la ricerca di una comunicazione corretta con il cavallo e il rispetto del suo equilibrio psicofisico, che devono essere alla base di qualunque disciplina e sono la chiave per migliorare la performance sportiva. Negli anni chi mi conosce sa che mi sono specializzato “rieducazione” dei cavalli considerati problematici e nella doma del puledro, per la quale ha ricevuto il titolo di Senior Horse Development Specialist. Il metodo Parelli d'altronde a livello base insegna innanzitutto alle persone come comunicare con il proprio cavallo. Ad un livello successivo, quello del professionismo cone è in questo caso, si insegna come educare il cavallo, dal colt start alla foundation"
So che spesso tu metti l'accento addirittura sulle prime ore del rapporto puledro/uomo prima ancora che sui mesi reali che comporta una buona doma.
Esatto. Sottolineo sempre che proprio le prime ore della doma sono decisive per lasciare al puledro un’impressione positiva, un giusto "imprinting" dell’esperienza con l’uomo. Il primo passo è infatti abbattere la naturale barriera preda/predatore. Il percorso di addestramento segue una serie di step: accettare l’uomo da terra, come partner e come leader; accettare la sella; accettare il cavaliere, come passeggero e poi come guida. Una “scala” che va comunque sempre adattata alle caratteristiche di ogni singolo cavallo.