Oggi, arriva il passaggio a Divulgatore. Perché c’è solo una cosa che
Valerio Sorricchio in realtà sa fare meglio della satira: mettere la sella ai cavalli (colt
starting) e farlo con tutta la delicatezza, la pazienza e la capacità necessaria.
Dice Sorricchio lapidario: "Affidereste vostro figlio piccolo a un asilo di gente improvvisata? No? Beh, non affidategli nemmeno i vostri cavalli".
E rieccoci quindi al Sorricchio divulgatore che non ti aspetti (a metà tra Pietro Angela e un comico di Zelig, perché ancora non rinuncia alla battute brucianti sui politici di turno ) Nelle sue pillole pubblicate sul suo Gruppo “Colt StartingForum” di Facebook, trovate nei suoi post e video clip la pennellata semplice che solo chi
ha acquisito grandi competenze negli anni sa restituire in poche parole precise.Perché Valerio Sorricchio, prima di arrivare nell’eremo della bella scuderia in quel di Praga dove ogni anno mette la sella a legioni di giovani Quarters, ha lavorato per alcuni grandi nomi del Reining in Italia e all'estero e ha messo la sella a diversi tra i campioni che poi abbiamo visto nelle nostre arene (più sotto trovi una scheda completa) . Non solo, ma nei gloriosi anni del Reining sotto l'egida dei Mondiali FEI, è stato anche apprezzato Chef D'Equipe del Team Ungheria nel 2016 (LEGGI QUI), unico italiano ad allenare ufficialmente un Team nazionale fuori dall'Italia.
Dai suoi scritti emerge una metodica di colt starting delicata, mai invasiva, che ti aspetteresti da un “sussurratore” e che invece ritrovi in ognuna delle sue riflessioni. Sfrondate però da tutta quella sovrastruttura buonista che lui proprio non sopporta: il suo driver, lo scopo finale è duplice e dichiarato:
2. pur dando per acquisito che i cavalli non si addestrano a carote e cioccolatini, è altrettanto vero che un cavallo spaventato o abusato nei primi mesi di lavoro sarà per sempre un soggetto ombroso, inaffidabile e incapace di sviluppare l sue potenzialità sportive quali che siano.
Mi piace che nel dire tutto questo non si metta mai il saio di “monaco predicatore”. Non si ammanta di finto buonismo, dice semplicemente che fare le cose nel modo opposto non è solo inutile, ma proprio controproducente. E allora, componendo questo Puzzle, ho infine avuto l’illuminazione per capire che "pesce è" realmente Sorricchio The Fox!
Per usare la sua parola preferita, non si tratta affatto di “Vecchia volpe, nuovi trucchi”, ma del suo esatto contrario. Il “Sorry Sorrikkio”
fustigatore degli ultimi due anni , non è per niente nipote dei “cowboys e gauchi da saloon” che negli anni ‘40 attaccavano i puledri al “Palenque” lavorando sulla paura e sulla stanchezza. E’ invece un addestratore molto moderno e un uomo assai più delicato di quanto lui stesso voglia ammettere soprattutto con i cavalli . Ed ora capisco finalmente che il suo risentimento è esploso sul web in forma di satira per un motivo preciso. Ma questo voglio chiederlo a lui, che ovviamente mi risponde con la sua solita voce sorniona e l’accento vagamente romanesco. Valerio, salta fuori dai Social e dicci qualcosa su questo tema !“Ciao volpe ! Eh Si, in parte è proprio questo il punto. Tu lavori
per anni, ti specializzi in un campo dove alla fine sei sempre dietro le quinte
perché i riflettori si accendono solo sulle finali delle gare, rischi più di
altri ogni singolo giorno perché alla fine stiamo parlando sempre di puledri, passi anni e anni ad affinare le metodiche, a
limare gli angoli, a studiare e ristudiare alcuni grandi del passato e poi un
giorno arriva uno e dice “Tanto siete solo dei picchiatori”. E la cosa
ovviamente ti fa inc……are, o no?
Valerio, questa però è un po' la tua nemesi. E’ come il tuo "amico" Grillo quando è
arrivato in politica e ha detto “Politici? Tutti ladri”. Tutti giù a picchiare
duro ma magari un tempo avevamo anche
gli Statisti e invece oggi a furia di picconare alla cieca ci troviamo coi dilettanti allo sbaraglio e Ministri della Repubblica che hanno l'età di mio figlio piccolo e i calzoni corti"
Eh si, ma da noi però la piramide è al contrario. Tra i
politici, gli Statisti li devi andare a cercare, nel mondo equestre gli improvvisati che pensano di domare e
addestrare un cavallo con le botte, oggi li conti sulle punte delle dita. Ma
non perché all’improvviso ci scopriamo più buoni o più “etici”. Ma perché tutti
o quasi tutti hanno capito in modo
chiaro che se è vero che con le carote non si costruisce un Reiner è altrettanto vero che con le botte, le intimidazioni e le costrizioni fisiche non si va da nessuna parte.
Come dire per un genitore: i figli non si educano certo “a
cinghiate” come nell’Ottocento, ma evitiamo anche l’opposto in cui facciamo gli
“amici-amiconi” ma senza ottenere né rispetto
né saper mettere ali al loro talento.
E allora lo vedi che mi capisci . Mi da fastidio la semplificazione,
l’equazione che a un certo punto del discorso si è sviluppata nell’ambiente tra il nuovo che
avanzava e tutto il resto che macinava tra arene, polvere sole e piogge da qualche decina di anni.
E infatti quando mi trovo a chiedere di te alle persone, trovo
atteggiamenti e sentimenti opposti e simmetrici.
E certo. Perché quando
dai “fastidio al manovratore” qualcuno alla fine pensa che invece di difendere la categoria, la stai
affondando.
Poi, io mi trovo all’estero e capisco che è più facile per me parlare da qui, dal mio eremo. In questo mondo capisco bene che bisogna anche mangiare tutti i giorni. Ma altre persone mi hanno contestato lo Show Record. Ragazzi, ma ti rendi conto, lo show record? Ma sto lavoro mica si fa solo in arena di gara eh? Ci sono anni di lavoro che vengono prima di quel momento.. Poi certo, noi siamo qui in Europa a combattere con il coltello tra i denti in un micro-settore che in Europa fai fatica a definire “business” perché è fatto prima ancora di passione e con i sentimenti “di pancia” è più difficile fare i conti a fine mese. Ma io dico, lo show record? Raga’…E’ come se alla maestra d’asilo contesti che non ha fatto mai lezione all’università.
E poi fammelo dire. Non esiste più da nessuna parte il cliente “boccalone” che passa tutta la vita in una scuderia di mediocri pensando che prima o poi vinceranno la coppa del mondo. Oggi sul web se vuoi ti documenti, impari, trovi qualsiasi cosa. I picchiatori li ha già messi fuori dal nostro mondo la storia.
Ma lo stesso fastidio c’è l’hai anche rispetto a tutta la
scuola di Horsemen e “sussuratori” che in qualche modo promettono una via
diversa al cavallo ?
In passato ci sono stati alcuni horseman che erano dei
giganti assoluti. Avevano una sensibilità, un timing, un talento che andava totalmente
oltre la media. Tanto di cappello ai vari Tom Dorrance, Ray Hunt, Buck Brannaman e così via
Ma poi negli ultimi anni la cosa ha preso una piega diversa e alcune delle cosiddette “scuole di
horsemanship” invece di usare queste
competenze quasi da psico-terapeuta al fianco dell’agonismo e della tecnica più
raffinata, vanno oggi a cercare di fare “business” sulle signore di mezza età
terrorizzate dai loro cavalli, proponendo delle scorciatoie che non hanno alcun
significato. A che servono sti giochetti se poi a cavallo non ci sai andare o
hai paura? Ad alto livello, chi dà questi insegnamenti è anche un cavaliere
esperto in grado di gestire le difese e i vizi sia da terra che da sella.
Applicarlo a dilettanti allo sbaraglio vendendo una panacea, illudendoli che una volta tornati a
casa avranno risolto i loro problemi, è solo un gioco di prestigio. Faccio i
complimenti a chi ci campa e a magari chi ci ha fatto in alcuni casi i milioni,
a me mi sa tanto di volpata su scala
industriale.
Ne mio “mondo perfetto” la competenza si acquisisce con il
duro lavoro quotidiano prima ancora che con il talento, i cavalli non si
addestrano né con le carote né con le bastonate e chi vuole entrare in questo
mondo lo dovrebbe fare con passione ma anche con rispetto, facendo i necessari distinguo e usando
il “Dio denaro” – che è molto importante,
per fare il bene di questo settore, per farlo crescere e prosperare, per buttare
fuori mestieranti e improvvisati salvando il cuore del nostro sport che invece
secondo me è forte e sano.
L’hai detto pure tu quando c’è stata la famosa disputa con l’associazione IHP : è una cosa orribile parlare di un cavallo maltrattato per fare l’equazione “uno maltrattato, tutti maltrattati”, fatevi invece un Tour nelle scuderie sportive accreditate e scoprirete che in quasi tutte dovete mettervi le “pattine” nei corridoi e che i cavalli sono trattati da atleti.
Valerio, a parte alcuni addetti ai lavori, non molti sanno della tua (lunga) formazione professionale, ci racconti qualcosa ? E su chi hai plasmato di più il tuo metodo di lavoro?
Storia lunga, ti tocca prendere appunti. D’altronde questo mestiere mica si improvvisa. Inizierei subito dai due anni trascorsi da Claudio Risso (che di talenti cavalli/atleti ne ha scoperti molti!) , due anni divisi equamente nell’affiancare trainer come Stefano Massignan e Nik Brunelli.
Poi è venuto il mio lungo periodo in America. Momento in cui ho svoltato di più nel specializzarmi su puledri e giovani cavalli. In primis un importante lavoro formativo di di tre anni dal mitico Todd Crawford dove certamente ho provato anche nel Working Cow. Poi l’anno trascorso nella prestigiosa sede americana dello Sterling Ranch (delle sorelle Sternberg, UK) , a casa di “Smart Spook”. Bellissimo lavorare con i suoi figli. Tra i tanti, ho domato la mitica Smart Shooting Spook esibita poi da Bernard Fonck.
Il tutto in una stagione passata affiancando un mostro sacro come Johnatan Gauthier – e poi per alcuni mesi proprio a casa dei fratelli Johnatan e Francois. Sono stati anni importanti, a quei tempi lavoravo fianco a fianco con ragazzi emergenti come Trevor Dare, uno che oggi sta a quasi un Milione di dollari.
Ma cambiamo argomento se no mi sale un pò di malinconia. Pensandoci bene, il mio metodo è un giusto mix tra la parte più Training di Todd e l’approccio al Colt Starting di Johnatan. Ovviamente il tutto remixato e frullato negli anni anni e soprattutto dai tanti, tantissimi puledri.
Si dice che alcuni
super cavalli delle Show Arena sono passati dalla tua sella quando erano
puledri
Sono diversi, li seguo ancora con affetto. Ma in realtà i cavalli da gara che ho avuto occasione di montare da piccoli sono molti ma molti di più e ancora li vedo in giro. Comunque tra quelli che conosciamo proprio tutti metterei Spatatino, Rambo Bo Sun, la già ricordata Smart Shooting Spook tra quelli più conosciuti.
Vediamo le tue foto recenti tutte pubblicate da una arena coperta
nelle lande dell’Est Europa. Ci dici qualcosa di più ?
Guarda facendomi i conti sono sette anni che sto fuori dall'Italia. Prima in Ungheria e ora in un allevamento nato da poco, con cui collaboro già da cinque anni. Lavoro sempre su puledri, abbiamo anche un bel giro di compravendite e di cavalli giovani di alta genealogia, ma ovviamente mancano gli anelli successivi della catena. Quindi ogni volta è un ripartire.
Ma l'Italia non ti manca ?
E a chi non manca? L'Italia e l'Italia. Sempre. Pure quando ci arrabbiamo e ne parliamo male. Anzi, ti dico una cosa ma non dirlo in giro.... che se no magari mi menano (!), Torno in Italia. E' vero...ma rientro perchè in piena emergenza sanitaria, vorrei tornare a casa per vaccinarmi prima di proseguire il percorso. Per il resto, si vedrà.