GLI INIZI, L'ORO MONDIALE, IL FUTURITY (RI)VINTO A NOVEMBRE. GENESI DI UN GIOVANE CAMPIONE? ...DI "SICURO"!
( Show pics courtesy Bonaga) Nella lunghissima striscia di terra chiamata Puglia, dove tra gli ulivi il terreno è fertile e rossiccio, la sabbia è bianchissima e il mare a tratti ha riflessi caraibici, anche il Reining batte forte da sempre. Lo fa nelle gesta di alcuni grandi campioni: ieri era la famiglia Latorre (Michele e poi Eugenio) , oggi domina la scena il Brand Quarter Dream di Pietro Marseglia che alla guida come Head trainer ha voluto fortemente un ragazzo salentino di quelle parti, Nico Sicuro.Lui arriva da un anno strepitoso dove ha messo a segno la vittoria sia nel Futurity Open L4 di novembre a Cremona, che nei Mondiali di Givrins a luglio, tutto in una stagione che - se mai ce ne fosse ancora bisogno - lo ha consacrato tra i BIG assoluti del Reining continentale.
All’alba dei suoi 27 anni, Nico ha messo in carniere numerosi
titoli europei, qualche Special giocato oltreoceano e una certezza sempre più granitica:
si, questa è la vita che voglio vivere! Una certezza che anche nel suo caso,
affonda le radici in una passione di famiglia.
“ E’ proprio così. Io di fatto sono nato con i cavalli intorno. Mio nonno, mio padre hanno sempre avuto cavalli nelle nostre campagne ed era proprio lì, assieme a loro che volevo passare le mie giornate sin da bambino. I campi, il sole, la vicinanza di questi splendidi animali. Ad un certo punto, io e mio fratello eravamo bambini mio padre ha iniziato ad appassionarsi al mondo performance facendo un po' tutte le discipline, finchè non abbiamo incontrato il Reining. Ed è stato subito grande amore. Il mio primo istruttore vero e proprio è stato Max Malagnino con cui cominciai a fare le prime gare regionali nelle Youth e nelle Rookie. Anche mio fratello Matteo allora condivideva questa passione assieme a me, anche se negli anni si è capito che per me il Reining era qualcosa di più di un hobby da coltivare nei week end.
E’ stato difficile fare capire in famiglia il passaggio da Hobby a carriera lavorativa?
Mmmm…futuro sportivo, futuro incerto! Vale per tutti gli sport, figurati per uno sport di nicchia come il Reining e poi da noi in Puglia…lontanissimi dal cuore nazionale di questa disciplina.
Però in verità la mia famiglia mi ha sempre appoggiato ed
aiutato a portare avanti questa mia passione. Certo, mia madre avrebbe voluto vedermi studiare fino
alla Laurea; quindi per un po' ho cercato di tenere insieme tutto e non
prendere decisioni avventate. A quel tempo stavo arrivando ai 18 anni e alla
fine della scuola, mi guardavo in giro, ma faticavo a prendere la decisione di
farne una scelta di vita, senza dispiacere a chi più mi voleva bene
Come è arrivata la scintilla?
“ E’ proprio così. Io di fatto sono nato con i cavalli intorno. Mio nonno, mio padre hanno sempre avuto cavalli nelle nostre campagne ed era proprio lì, assieme a loro che volevo passare le mie giornate sin da bambino. I campi, il sole, la vicinanza di questi splendidi animali. Ad un certo punto, io e mio fratello eravamo bambini mio padre ha iniziato ad appassionarsi al mondo performance facendo un po' tutte le discipline, finchè non abbiamo incontrato il Reining. Ed è stato subito grande amore. Il mio primo istruttore vero e proprio è stato Max Malagnino con cui cominciai a fare le prime gare regionali nelle Youth e nelle Rookie. Anche mio fratello Matteo allora condivideva questa passione assieme a me, anche se negli anni si è capito che per me il Reining era qualcosa di più di un hobby da coltivare nei week end.
E’ stato difficile fare capire in famiglia il passaggio da Hobby a carriera lavorativa?
Mmmm…futuro sportivo, futuro incerto! Vale per tutti gli sport, figurati per uno sport di nicchia come il Reining e poi da noi in Puglia…lontanissimi dal cuore nazionale di questa disciplina.
Come è arrivata la scintilla?
Durante le gare mi aveva notato Dido Masi (che saluto
con affetto) al quale avevo confidato questo mio desiderio. Un giorno mi ha
chiamato e mi ha fatto un’offerta vera di iniziare da loro come
Assistente. Eccola, la scintilla! Ho
affrontato la cosa con la mia famiglia - a cui sono legatissimo - e ho fatto la
mia prima valigia vera e propria. E non è stato facile, sai?
Tu ci nomini Dido e a tutti viene in mente ovviamente suo papà Filippo, che ci ha lasciati due anni fa...
Anche a me, credimi. Filippo Masi, un uomo sempre sorridente. Una grande persona, sempre pronto per un consiglio. E poi Dido, accogliente, capace, Paola che mi ha fatto sentire davvero come in famiglia. E’ stato un anno fantastico in un centro prestigioso come l’Alba QH, dove davvero ho visto come andavano gestite le cose da tutte le angolazioni, dal rapporto con i clienti all’acquisto del fieno.
Ma se non sbaglio sei poi andato ancora più lontano…
Eh si…dopo un anno è arrivata “last minute” la chiamata di Davide Brighenti. Quell’inverno ho dovuto prendere una decisione su due piedi e ancora me ne rammarico – intendo nei confronti della famiglia Masi !- . Il fatto è che apprezzavo molto Davide come Trainer e desideravo da sempre poter lavorare nel suo centro. E così ho rifatto le valigie mi sono allontanato ancora di più da casa.
Fino all’arrivo del “convitato di pietra”, anzi di Pietro, inteso come Marseglia e del suo Brand allora emergente Quarter Dream.
Esatto. Io quell’anno avevo avuto occasione più volte di fare bene nei Livelli 1-2, ma ero consapevole che per stare tra i Big occorreva un altro passo. Per questo, quando Pietro mi parlò del suo progetto e del fatto che voleva investire su di me, rifiutai con riluttanza la prima proposta di Q-Dream: non mi sentivo pronto, sapevo di dovere ancora apprendere alcune cose per montare e gestire cavalli da “Formula 1”. Così sono rimasto ancora un anno in Lombardia. Pietro ha capito , spero abbia anche apprezzato. Al tempo aveva cavalli da Gennaro, da Gebert, insomma diversificava dai migliori cavalieri, roba da fare tremare i polsi
Ma intanto mattone dopo mattone, Pietro finiva la sua
facility in puglia.
Esatto, dopo anni in giro per l’Europa i tempi erano maturi anche per lui per fare una scelta diversa, quella di investire sul suo posto. Ho iniziato a collaborare con lui a fine 2018, c'è stato un periodo di studio reciproco e di gare fatte con alcuni dei suoi cavalli.
Tu ci nomini Dido e a tutti viene in mente ovviamente suo papà Filippo, che ci ha lasciati due anni fa...
Anche a me, credimi. Filippo Masi, un uomo sempre sorridente. Una grande persona, sempre pronto per un consiglio. E poi Dido, accogliente, capace, Paola che mi ha fatto sentire davvero come in famiglia. E’ stato un anno fantastico in un centro prestigioso come l’Alba QH, dove davvero ho visto come andavano gestite le cose da tutte le angolazioni, dal rapporto con i clienti all’acquisto del fieno.
Ma se non sbaglio sei poi andato ancora più lontano…
Eh si…dopo un anno è arrivata “last minute” la chiamata di Davide Brighenti. Quell’inverno ho dovuto prendere una decisione su due piedi e ancora me ne rammarico – intendo nei confronti della famiglia Masi !- . Il fatto è che apprezzavo molto Davide come Trainer e desideravo da sempre poter lavorare nel suo centro. E così ho rifatto le valigie mi sono allontanato ancora di più da casa.
Fino all’arrivo del “convitato di pietra”, anzi di Pietro, inteso come Marseglia e del suo Brand allora emergente Quarter Dream.
Esatto. Io quell’anno avevo avuto occasione più volte di fare bene nei Livelli 1-2, ma ero consapevole che per stare tra i Big occorreva un altro passo. Per questo, quando Pietro mi parlò del suo progetto e del fatto che voleva investire su di me, rifiutai con riluttanza la prima proposta di Q-Dream: non mi sentivo pronto, sapevo di dovere ancora apprendere alcune cose per montare e gestire cavalli da “Formula 1”. Così sono rimasto ancora un anno in Lombardia. Pietro ha capito , spero abbia anche apprezzato. Al tempo aveva cavalli da Gennaro, da Gebert, insomma diversificava dai migliori cavalieri, roba da fare tremare i polsi
Esatto, dopo anni in giro per l’Europa i tempi erano maturi anche per lui per fare una scelta diversa, quella di investire sul suo posto. Ho iniziato a collaborare con lui a fine 2018, c'è stato un periodo di studio reciproco e di gare fatte con alcuni dei suoi cavalli.
Però ricordo bene un momento in particolare: mi trovavo a
Roma Cavalli ed esibivo in arena Im a
Sailor Brother. Fu un momento magico, realizzai nella Open lo score di 228.5.
Notevole, mi tremavano le gambe, sento ancora il boato del pubblico.
Molti giovani e giovanissimi staranno leggendo questa storia. Ai tempi in cui tutto sembra che debba viaggiare veloce come Facebook, possiamo dire che questo tuo percorso “formativo” fatto nei modi e con i tempi giusti sia un valore ?
Ma assolutamente si. Lo sentirai dire da tutti i colleghi più grandi di me, ma te lo confermo anche io. Ragazzi, datevi il tempo di imparare, il talento da solo non basta. Va bene seguire il proprio istinto e quella voce che ti dice “si, è questo che voglio fare nella vita”. Ma i punti luce di una gara o di una premiazione, sono niente rispetto alle infinite ore di lavoro e di routine a casa, lontanissimi dai riflettori. Quindi la motivazione profonda deve essere legata ai cavalli, non al glamour che vediamo agli Show.
E anche quando in sella ormai ti senti solido sia con i puledri che con i cavalli adulti, a volte mancano ancora “pezzi “ importanti come la gestione di una scuderia, la gestione delle trasferte di gara. Tutto questo non va appreso sulla propria pelle, è bene iniziare il percorso nel modo più corretto da Assistente. E oggi si ha davvero la possibilità di iniziare questo lavoro nei posti giusti, dove c’è sempre qualcosa da imparare.
E una volta arrivati? Nel nostro ambiente è un tema sempre in ombra quello della “formazione continua” ma i professionisti in qualsiasi campo, anche quelli più blasonati, dedicano ogni anno tempo alla propria formazione
Questo fa la differenza nel tempo e anche tra una vittoria singola e una carriera lunga. Mai sedersi ! La tecnica va avanti di anno in anno, ovviamente. In questi ultimi anni ho passato periodi di lavoro da Fappani, un mese e mezzo da Bertolani – facendogli in pratica da assistente – e poi Bernard è stato da noi e abbiamo approfondito i suoi metodi su tutti i nostri cavalli.
Iniziamo alle 6.30 di mattina e con una breve pausa si va avanti fino alle 18.30/19.00. Abbiamo molti cavalli, ho qui con me 4 ragazzi che mi aiutano nella routine e li voglio salutare con affetto: Damiano, Pia, Antonio, Gagan.
Ogni sera preparo lo schedule del giorno dopo per ciascuno di noi . In questo periodo monto prima i tre anni , poi ad un mese da uno Special ricomincio a montare i cavalli adulti, che fino ad allora mi tengono in fiato i miei ragazzi.
Nello schooling a casa tu spacchetti le manovre durante la settimana o usi un altro metodo?
Guarda, a parte il martedì in cui faccio di solito riscaldamento, ginnastica e galoppo in forma più leggera, i giorni successivi tendo sempre a fare un po' tutte le manovre. Se vanno bene, passo subito oltre. Se invece ho bisogno di lavorarci, rimango su quella manovra e la torno a fare per prima il giorno dopo, finchè non ho ottenuto lo sblocco.
Non forzo le velocità, lavoro in full speed solo poco prima della gara. Però ogni tanto metto insieme pezzi di pattern. Ci sono giorni che ad esempio vado in un’altra arena a scaldare il cavallo e dopo 20 minuti faccio una sorta di pay time, chiedendo a uno dei ragazzi di sedersi e simulare la presenza del Giudice. Se non mi piace come è andata, magari torno fuori e rientro dopo avere lavorato un po' come se fosse un pre-gara. Ma senza cercare lo scontro, soprattutto in arena dove ho bisogno che il mio cavallo sia tranquillo e non ansioso.
Proprio su questo punto c’è stato un grande dibattito. Il welfare animale. Il grande riflettore acceso su questi temi da Elementa, infine anche il Symposium di gennaio nel quale eri fra l’altro tra i relatori. Ma tu che ne pensi, rispetto al vostro lavoro come professionisti ?
Mauro questa disciplina è in grande evoluzione. Io oggi sento la responsabilità che ho verso i nostri cavalli, verso i proprietari, ma anche verso chi ci guarda. L’equitazione fra l’altro è già finita nel mirino dell’opinione pubblica (Vedi ultime Olimpiadi). Ma al di là dei motivi di convenienza, credo fortemente che sia del tutto inutile forzare un cavallo a essere competitivo in livelli per i quali non ha il talento o il fisico necessari. Significa piegarli nel carattere, montare cavalli spaventati o appunto, ansiosi. Meglio esibirli sani di testa e di fisico nella loro comfort zone, anche se capisco che per un allevatore sia difficile rinunciare al sogno di viaggiare sempre tra i Super Big con i propri prodotti.
Qui arriva la mia domanda “scomoda”, ossia quel Futurity Open vinto già nel 2021 e poi annullato dalla giustizia sportiva. Ci racconti la cosa dal tuo punto di vista?
Eh….si, è stato un grande dispiacere, per me e anche per Pietro che mi è comunque rimasto vicino in tutto l’iter che è seguito.
Qualcuno sa già che in quei giorni di gara a causa di alcune bolle sulla pelle ho somministrato un prodotto antistaminico a base di cortisone. E’ stata una leggerezza da parte mia: in quel momento non avevamo ancora il Vet che ci assiste adesso, nè la routine molto meticolosa che mettiamo ora in ogni Show. Abbiamo preso una decisione avventata, senza ragionarla fino in fondo e ne abbiamo pagato le conseguenze. Fra l’altro, siccome la sostanza non era “banned” ma ancora oggi è tra quelle da dichiarare, sarebbe bastato fare un passaggio in segreteria/Vet compilando i moduli necessari. Puoi capire il mio enorme rammarico su questa vicenda.
Un tema questo, su cui si fatica a parlare apertamente e forse le persone (cavalieri, genitori di atleti minorenni ecc) non ne colgono TUTTE le conseguenze reali. Ti dispiace darci qualche elemento in più in chiave “formativa” per chi ti legge? Raccontaci i vari step.
La prima “mazzata” ti arriva dalla giustizia sportiva con la sospensione della Patente di gara (anche dall’insegnamento,
se uno esercita in un maneggio) e il ritiro dei titoli e dei premi vinti. Ma
poi in coda ti arriva addosso il
procedimento civile e penale nei quali ci sono lunghi iter e udienze, avvocati
e conti da pagare…insomma è un “girone infernale” piuttosto difficile da affrontare.
Un episodio che fortunatamente nel tuo caso si è concluso senza ulteriori conseguenze e anche questo è bene precisarlo
Esatto. Ma questo perché nel mio caso parlavamo dii un antistaminico. Non di antidolorifici o psicofarmaci. Durante le udienze è stata compresa la mia ingenuità e buona fede e il fatto soprattutto che non c’era stato un abuso sull’animale – il contrario semmai - . A livello civile e penale la cosa si è chiusa lì. Ma capisci che da allora siamo maniacali nell’esaminare e valutare assieme al Vet ogni prodotto che portiamo con noi alle gare, persino le semplici pomate.
Torniamo a parlare di Reining. Tu sei giovane e hai una lunga
carriera davanti. Cosa ti aspetti dal nostro ambiente?
In una parola? Continuità. Ci sono grandi montepremi, è vero, ma poi vanno mantenuti negli anni. E soprattutto occorre lavorare anche sulla base. E’ quella che crea, lavoro, indotto, compravendita a tutti i livelli. La passione di chi gioca nelle arene regionali è fondamentale, altrimenti rischiamo di chiuderci in piccolo “laghetto” dove manca il ricambio, i nuovi appassionati. Nel lungo periodo, è una situazione che non è sostenibile, in primis da chi vuole fare questo lavoro sul serio e ha bisogno di una base ampia e appassionata.
Di gente che il pomeriggio, invece di andare nei campetti a giocare a pallone, sale a cavallo e imita le gesta dei propri beniamini. Perché io credo davvero che “Formula 1” e “Base” devono tenersi per mano, respirarsi. Solo così si tiene accesa la passione e il sogno.
E in quel punto esatto, si innestano i circuiti regionali…
Esatto. Durante l’anno frequento le nostre regionali appena posso. Porto alcuni cavalli con obiettivi specifici e ho tempo per godermi anche il week end. Mi piace l’atmosfera di divertimento e relax, la voglia di stare insieme, di tirare tardi facendo una grigliata insieme. Spero che noi tutti non perderemo mai di vista questa caratteristica che è propria del mondo Western. Anche perché proprio in quel ragazzino che ti guarda con gli occhi spalancati da bordo campo , magari si nasconde il campione di domani.
Altre annotazioni sul nostro settore?
Mmm solo queste due cose, anzi no. L’Agenda! A mio avviso la data del Derby Europeo, dove porti cavalli adulti, è davvero troppo vicina al Futurity di novembre. Questo complica la vita a tutti . Se ci pensi, in USA negli ultimi 40 giorni tutti si concentrano sul BIG ONE ed è più giusto così, a mio avviso.
Per tutto il resto, tra cavalli, cuoio, sudore e fieno sono
felice ogni singolo giorno di questa mia scelta che alla fine è una scelta di
vita perché inevitabilmente fare questo mestiere cannibalizza tutto quello che
riuscivi a fare prima, quando esisteva una cosa chiamata “tempo libero” per
amici e per coltivare qualche hobby!”
In questa girandola immagino che ti aiuta avere con te Sofia, la tua dolce metà.
Un episodio che fortunatamente nel tuo caso si è concluso senza ulteriori conseguenze e anche questo è bene precisarlo
Esatto. Ma questo perché nel mio caso parlavamo dii un antistaminico. Non di antidolorifici o psicofarmaci. Durante le udienze è stata compresa la mia ingenuità e buona fede e il fatto soprattutto che non c’era stato un abuso sull’animale – il contrario semmai - . A livello civile e penale la cosa si è chiusa lì. Ma capisci che da allora siamo maniacali nell’esaminare e valutare assieme al Vet ogni prodotto che portiamo con noi alle gare, persino le semplici pomate.
In una parola? Continuità. Ci sono grandi montepremi, è vero, ma poi vanno mantenuti negli anni. E soprattutto occorre lavorare anche sulla base. E’ quella che crea, lavoro, indotto, compravendita a tutti i livelli. La passione di chi gioca nelle arene regionali è fondamentale, altrimenti rischiamo di chiuderci in piccolo “laghetto” dove manca il ricambio, i nuovi appassionati. Nel lungo periodo, è una situazione che non è sostenibile, in primis da chi vuole fare questo lavoro sul serio e ha bisogno di una base ampia e appassionata.
Di gente che il pomeriggio, invece di andare nei campetti a giocare a pallone, sale a cavallo e imita le gesta dei propri beniamini. Perché io credo davvero che “Formula 1” e “Base” devono tenersi per mano, respirarsi. Solo così si tiene accesa la passione e il sogno.
E in quel punto esatto, si innestano i circuiti regionali…
Esatto. Durante l’anno frequento le nostre regionali appena posso. Porto alcuni cavalli con obiettivi specifici e ho tempo per godermi anche il week end. Mi piace l’atmosfera di divertimento e relax, la voglia di stare insieme, di tirare tardi facendo una grigliata insieme. Spero che noi tutti non perderemo mai di vista questa caratteristica che è propria del mondo Western. Anche perché proprio in quel ragazzino che ti guarda con gli occhi spalancati da bordo campo , magari si nasconde il campione di domani.
Altre annotazioni sul nostro settore?
Mmm solo queste due cose, anzi no. L’Agenda! A mio avviso la data del Derby Europeo, dove porti cavalli adulti, è davvero troppo vicina al Futurity di novembre. Questo complica la vita a tutti . Se ci pensi, in USA negli ultimi 40 giorni tutti si concentrano sul BIG ONE ed è più giusto così, a mio avviso.
In questa girandola immagino che ti aiuta avere con te Sofia, la tua dolce metà.
Si, nel nostro caso funziona, è bellissimo condividere ogni
giorno parte delle nostre routine.
La vedremo mai in sella in una regionale?
Mmmm, a cavallo ci va proprio poco. Ma ogni tanto mi dice che le piacerebbe fare una garettina; ma è solo un’eco sullo sfondo. Chissà… Mi dà invece grande sicurezza averla al mio fianco nella routine a casa come in campo gara dove come sai, ci segue anche per la comunicazione ed è piuttosto brava.
Mmmm, a cavallo ci va proprio poco. Ma ogni tanto mi dice che le piacerebbe fare una garettina; ma è solo un’eco sullo sfondo. Chissà… Mi dà invece grande sicurezza averla al mio fianco nella routine a casa come in campo gara dove come sai, ci segue anche per la comunicazione ed è piuttosto brava.
E torniamo allora in campo gara, dove infine tutto precipita
nella girandola dei GO e arrivano i lunghissimi giorni degli Show nazionali,
quasi due settimane durante il Futurity che - fra l’altro - hai appena vinto!
Come affronti lo stress di queste trasferte e, a proposito, è ancora attuale
fare due GO più la finale ?
Bella domanda. Guarda, dopo il primo GO – se sei andato bene - pensi immediatamente “Ma perché non c’è direttamente la finale???”- Ormai per stare tra i finalisti L4 non puoi sbagliare nulla e anche se hai fatto un primo Go strepitoso, sai che devi rimanere sempre sopra una certa asticella.
Ma sui due GO, ti rispondo anche nel merito: per gli altri
Show non ha senso, ma durante il Futurity… molti dei cavalli che arrivano lì in
cima saranno gli stalloni e le fattrici di domani. Stalloni che devono essere
forti, solidi di testa e anche robusti di fisico. E lo devono dimostrare prima
di tutto in arena. Mi capisci? Credo che soprattutto in USA questo retaggio,
che arriva dai vecchi Quarter da lavoro, sia ancora un valore importante per
tutto il mondo allevatoriale. E alla fine, lo condivido, anche se è più
faticoso per tutti, cavalli in primis.
Luci sempre accese, schooling di notte, come gestisci la pressione?
La pressione? Ci sta la chiacchiera con gli amici nei corridoi, ma devi anche sapere che ci sono momenti in cui devi stare concentrato all’interno del tuo gruppo, con quelli che ti fanno stare bene
Per il resto, affronto le giornate di gara mantenendo una routine ferrea. Tra cavalli di 3 anni, 4 anni e finali nazionali è davvero una giostra. Di fatto viviamo nei padiglioni fieristici h24, e l’unica è mantenere una daily agenda cadenzata sempre allo stesso modo. I cavalli d’altronde sono abitudinari e se conoscono la routine, sono più tranquilli.
A Cremona però si finisce per fare schooling nell’arena di gara solo a tarda sera e solo negli Slot concessi. Se non sono rimasto soddisfatto, mi prendo del tempo a metà del giorno dopo per fare un po' di refresh nei campi prova. Dopo ogni GO, comunque sia andata, lascio a tutti un giorno di completo riposo.
Bella domanda. Guarda, dopo il primo GO – se sei andato bene - pensi immediatamente “Ma perché non c’è direttamente la finale???”- Ormai per stare tra i finalisti L4 non puoi sbagliare nulla e anche se hai fatto un primo Go strepitoso, sai che devi rimanere sempre sopra una certa asticella.
Luci sempre accese, schooling di notte, come gestisci la pressione?
La pressione? Ci sta la chiacchiera con gli amici nei corridoi, ma devi anche sapere che ci sono momenti in cui devi stare concentrato all’interno del tuo gruppo, con quelli che ti fanno stare bene
Per il resto, affronto le giornate di gara mantenendo una routine ferrea. Tra cavalli di 3 anni, 4 anni e finali nazionali è davvero una giostra. Di fatto viviamo nei padiglioni fieristici h24, e l’unica è mantenere una daily agenda cadenzata sempre allo stesso modo. I cavalli d’altronde sono abitudinari e se conoscono la routine, sono più tranquilli.
A Cremona però si finisce per fare schooling nell’arena di gara solo a tarda sera e solo negli Slot concessi. Se non sono rimasto soddisfatto, mi prendo del tempo a metà del giorno dopo per fare un po' di refresh nei campi prova. Dopo ogni GO, comunque sia andata, lascio a tutti un giorno di completo riposo.
Un consiglio a chi inizia, pensando anche alla tua storia
personale
Beh, un po' l’ho detto prima. Ragazzi, se davvero questa è la vita che desiderate più di ogni altra cosa, investite prima di tutto su voi stessi. Il talento del pilota non basta. Bisogna essere ottimi “meccanici” e sapere come mettere e dove mettere le mani nel cofano, per usare una metafora automobilistica. Investite su una buona e solida formazione per il tempo giusto. Evitando di bruciarsi troppo presto, prendersi il tempo per fare i passi giusti, crescere e non deludere le aspettative. E tra queste ultime , prima di tutto le vostre!
A proposito di giovani, voi siete la prima generazione di Reiners super campioni nei “VENTI” anni, nel senso che prima del giro di boa del millennio di solito si arrivava ai grandi successi in età un po' più matura. Questo inciderà in futuro sulla longevità agonistica, per poter rimanere al top level?
Mauro, ogni tanto leggo queste tue considerazioni nei tuoi articoli. E’ vero, oggi ci sono molti più ragazzi che già in giovane età si esprimono ad alto livello. Merito di chi ci ha preceduti. Ci sono molti posti dove imparare le basi e Internet ti fa capire molto rapidamente se sei sulla strada giusta o stai sbagliando qualcosa.
Poi certo, diciamo che a stare 10/12 ore a cavallo tutti i giorni, ne risenti meno a venti che a quarant’anni, è normale.
Però rispetto al calcio o al tennis, quasi tutto lo sforzo agonistico sta nel cavallo!
Per dirti che credo sia bello vedere vincere Nico Sicuro a 27 anni, ma è altrettanto bello vedere Shawn Flarida che vince in Usa (nel 2022) nei suoi 50, per di più sul cavallo di Arcese!
C’è insomma come un filo lungo che unisce questo sport tra diverse generazioni, nelle regionali come negli Special. E’ una delle cose belle del Reining, non trovi?
Ben detto Nico, …d’altronde nel tuo caso il secondo tempo,
appare ancora molto molto molto lontano ….Buon
inizio di stagione, Campione !
Beh, un po' l’ho detto prima. Ragazzi, se davvero questa è la vita che desiderate più di ogni altra cosa, investite prima di tutto su voi stessi. Il talento del pilota non basta. Bisogna essere ottimi “meccanici” e sapere come mettere e dove mettere le mani nel cofano, per usare una metafora automobilistica. Investite su una buona e solida formazione per il tempo giusto. Evitando di bruciarsi troppo presto, prendersi il tempo per fare i passi giusti, crescere e non deludere le aspettative. E tra queste ultime , prima di tutto le vostre!
A proposito di giovani, voi siete la prima generazione di Reiners super campioni nei “VENTI” anni, nel senso che prima del giro di boa del millennio di solito si arrivava ai grandi successi in età un po' più matura. Questo inciderà in futuro sulla longevità agonistica, per poter rimanere al top level?
Mauro, ogni tanto leggo queste tue considerazioni nei tuoi articoli. E’ vero, oggi ci sono molti più ragazzi che già in giovane età si esprimono ad alto livello. Merito di chi ci ha preceduti. Ci sono molti posti dove imparare le basi e Internet ti fa capire molto rapidamente se sei sulla strada giusta o stai sbagliando qualcosa.
Poi certo, diciamo che a stare 10/12 ore a cavallo tutti i giorni, ne risenti meno a venti che a quarant’anni, è normale.
Però rispetto al calcio o al tennis, quasi tutto lo sforzo agonistico sta nel cavallo!
Per dirti che credo sia bello vedere vincere Nico Sicuro a 27 anni, ma è altrettanto bello vedere Shawn Flarida che vince in Usa (nel 2022) nei suoi 50, per di più sul cavallo di Arcese!
C’è insomma come un filo lungo che unisce questo sport tra diverse generazioni, nelle regionali come negli Special. E’ una delle cose belle del Reining, non trovi?
MP Reining News 03/2024