21 giu 2022

THE LITTLE FIGHTER, IN MEMORIA DI UN PICCOLO GRANDE COMBATTENTE

Un grande cavallo ci lascia
UNA PICCOLA GRANDE STORIA DI RISCATTO E TENACIA, CHE CI FARA' VERSARE QUALCHE LACRIMA ARRIVANDO DRITTA AL CUORE.
Su questa terra, il Piccolo Grande Combattente ha vissuto una vita piena d'amore e di gloria,  ma anche una vita
 tutta in salita, sin dalla nascita. Oggi che il suo spirito ritorna nei pascoli del cielo, possa questo cavallino dorato riempirsi gli occhi dei prati più verdi e dei cieli più azzurri e  di tutto ciò che per anni ha potuto vedere solo con il cuore..."

(2/1999* - 6/2022+) Il Fighter non c'è più; ne diamo notizia con una grande tristezza.  Nella nostra comunità, la parte agonistica di questa storia, è già scritta nella memoria collettiva.  The Little Fighter, splendido palomino Quarter Horse da Smartin Off  x ARC Cuttin Honey,  nel 2002 fu Futurity LTD Open Champion sotto la sella di Ricky Bordignon, suo addestratore, proprietario e cavaliere, anche se sarebbe meglio definirlo "suo fratello a due zampe". La sua vita agonistica, nota ai tantissimi che lo hanno seguito e apprezzato nelle arene di gara, esibito anche in tanti divertenti freestyle (foto sotto) da Ricky è nulla rispetto al resto. Quella del Little Fighter è prima di tutto una storia di riscatto e di rivincita, una storia dentro la storia. 

Nato alla fine del febbraio 1999 presso Cuoghi QH, il puledro dopo solo una settimana di vita fu  colpito a un occhio da un calcio accidentale della mamma. Erano stati portati al paddock e lei si stava semplicemente rallegrando e sgranchendo le zampe. Fu un incidente, ma fu chiaro molto presto che si trattava di una cosa piuttosto seria.  

Quello che successe subito dopo è stato molto ben scritto dall'amica giornalista Cochi Allegri, che raccolse una testimonianza diretta dal Ricky nazionale in occasione di un articolo uscito qualche anno fa per Cavallo Magazine. E mi fa piacere qui riprendere la sua descrizione di quell'incontro, fino alla vittoria magica del Futurity 2002: "A quel tempo Bordignon non lavorava più al Cuoghi Qh, ma aveva lasciato là un pezzo del suo cuore insieme a Honey: così decide di andare a vedere il piccolino infortunato. L'occhio destro era compromesso, e non era nemmeno tanto bello, in realtà… «Beh», ride Ricky, «quello non poteva essere un problema, nemmeno io ero uno spettacolo da piccolo… Così mi sono detto, vediamo come si muove. Al pascolo, stava vicino al porta fieno: unaltro puledro gli si avvicina da destra, dove lui non poteva vederlo, e gli assesta un morso.
E lui, invece di spaventarsi scappare lontano, fa il giro del porta fieno finché lo individua
con l’occhio funzionante, lo morde a sua volta e gli tira anche un calcio! Poteva solo
chiamarsi The Little Fighter, pensai…». E così, quando il cavallino ebbe sei mesi Ricky
chiese e ottenne di acquistarlo, lo fece operare per chiudere l’occhio e raccolse la sfida di
tenerlo con sé, addestrarlo e, dopo suo nonno e sua madre, portarlo in gara.
Da quel Futurity vincente con Honey (la mamma del Fighter che fu sempre assieme a lui LTD Open Champion al Futurity italiano 1993, ndr) , le vicissitudini di Bordignon lo avevano portato a trasferirsi, al seguito di una nuova compagna di vita, nel Sud d’Italia, dove soprattutto a quel tempo le occasioni per avere sotto la sella cavalli competitivi non erano molte. La
dura realtà dell’agonismo di alto livello è che se manchi dalle scene per anche solo un
periodo vieni già considerato fuori dal gioco; figuriamoci per nove anni interi: «In quei
momenti non facili, il “Fighter” fu un esempio da seguire», racconta, «prima ancora che un
cavallo da montare; un incoraggiamento a riprendere la vita nelle proprie mani. Con o
senza un occhio, mi diceva lui, non c’è scusa buona al mondo per arrendersi». E così il
palomino coraggioso, che divenne poi anche molto bello e soprattutto dimostrò di aver
ereditato tutto il talento di sua madre, diventò per Ricky più un fratello che un cavallo, e gli
offrì la sua occasione di riscatto con il titolo
Futurity Limited Open Champion 2002".
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Eppure dopo tutto questo, il Fighter deve affrontare una ultima difficile salita. Arrivato a vent'anni,  in ragione di una brutta infezione micotica all'occhio buono, il Fighter purtroppo diventa quasi del tutto cieco e tutto succede in pochi mesi. Ricky ne è davvero molto addolorato e, non si vergona a ricordarlo, in alcuni momenti pensa anche di porre fine ad una vita che stava diventando troppo difficile, con il suo amato cavallo confinato in un box. «Ogni mattina andavo al suo box con la speranza irrealistica che fosse tornato a vedere e ogni mattina, ovviamente, non era così. Ma proprio per tutto quello che mi aveva dato, e per il cavallo orgoglioso che è sempre stato, sapevo che non sarebbe stato giusto mantenerlo in vita in quel modo, chiuso  da solo e al buio, tra quattro pareti». Da lì un ultimo tentativo disperato, quello di farlo uscire dal box grazie a un sistema di lunghine sistemate in modo da non disorientarlo. Al suo fianco c'è  una giovane amazzone, Alessandra Bevilacqua, che prende a cuore la sua storia e da lì in poi inizia a prendersi cura del Fighter assieme a Ricky. La prima volta fuori dal Box sono solo alcuni passi, il tempo di una doccia al lavaggio o poco più. Ma poi giorno dopo giorno, inizia un percorso di riabilitazione per niente  facile, per poter  prendere confidenza con questa nuova realtà. 

Finita qui? Niente affatto. Ebbene, dopo qualche giorno Ricky pensa che in fondo tutto quello di cui il Fighter ha bisogno per muoversi meglio nello spazio senza esserne disorientato, è di avere una guida sicura, ma forse la cosa più giusta non è condurlo a mano. Che ci crediate o meno, Ricky  a quel punto torna di nuovo in sella: la loro simbiosi aiuta il Fighter a rimanere tranquillo. Sente che si tratta dell'amico di sempre e che può fidarsi, prendendo a prestito la sua vista, con la stessa fiducia che aveva  quando erano in gara e insieme "spaccavano(!)" anche in quelle traiettorie curve dove l'occhio cieco non gli faceva  vedere nulla da un lato. Ma adesso sono tutti e due i lati ciechi.  Ricorda Ricky quella primissima uscita di nuovo insieme: «No, Ancora adesso non riesco a trovare le parole per descrivere che cosa ho provato!»

Nel tempo che gli è stato dato da lì in poi, il Fighter ha continuato a uscire regolarmente in maneggio e al prato assieme ad Alessandra, la sua nuova amica. Lei ne è presa cura con amore e passione  e fino all'ultimo, il cavallo ha mantenuto quei movimenti elastici ed eleganti che aveva avuto sin da puledro. Anzi, se arrivava qualcuno in maneggio che non conosceva la sua storia, mai avrebbe potuto sospettare  che quel cavallo che si stava muovendo in arena con la sua amazzone, era in effetti completamente cieco. 

L'epilogo di questa bellissima storia, è arrivato purtroppo alcuni giorni fa.  Avvertito da Alessandra, Ricky parte alla volta dell'Ongaresca perchè è abbastanza chiaro che la situazione si è molto aggravata. Lui è come sempre al lavoro in quel di Bracciano (Ricky da alcuni mesi lavora per Elementa, ndr), non proprio dietro l'angolo. "Ma Cecilia conosce la nostra storia e lei stessa mi ha detto subito di andare". La comprensione degli amici e di chi hai intorno, in certi momenti è davvero fondamentale.  

Il cavallo non mangia da alcuni giorni, le analisi del sangue fatte d'urgenza parlano di una forte compromissione del fegato. Nè le flebo nè l'antibiotico sortiscono effetti. Il Fighter fa capire che stavolta, occorre lasciarlo andare. Ed è un decisione durissima per Ricky ed Alessandra.  "Mi sono seduto con lui e gli ho tenuto la testa in grembo accarezzandolo nelle ultime ore passate insieme nel box. Ieri ho pianto come un bambino, ma  gli ho anche sussurrato  che un giorno, quando saremo di nuovo insieme, voglio trovarlo in forma ad aspettarmi lassù,  pronto come sempre a scendere in arena"   

Lo so, Nel leggere questa storia vi è scesa più di una lacrima. Perchè i cavalli sono parte della nostra vita. E allora, quando avremo un momento di sconforto o di dubbio (ci sono sempre nella vita) o anche  una piccola cosa che ci è andata storta e ci fa arrabbiare, forse faremmo bene a rileggerci questa storia. E' un balsamo sul cuore. E allora magari sapremo fare  come The Little Fighter. Ci rialzeremo e galopperemo via, pronti a ripartire e iniziare una nuova avventura...