<PIU' TUTELE PER GLI OPERATORI DEL SETTORE>
Il Presidente FISE Avv. Marco di Paola, durante una audizione alla Camera dei Deputati, propedeutica ad una nuova legge sull'Ippo-cultura, è tornato a parlare di Centri Equestri ed Addestratori all'interno della filiera agricola/allevamento.
Centri Equestri ed addestratori sono oggi un "anello debole" della filiera , a cui non viene riconosciuto lo status di "agricoltori/allevatori".
Tuttavia è noto che il percorso che porta un puledro appena nato (che è prodotto agricolo/ di allevamento) fino a diventare un cavallo-atleta
(status riconosciuto nella nuova legge delega sullo Sport) dura chiaramente da un minimo di 18 mesi fino a qualche anno (in base alle discipline sportive) ed è proprio questo percorso che oggi non viene preso in considerazione dalla legge. In questo intermezzo, Centri e operatori del settore NON hanno le tutele riconosciute invece alla filiera agricola propriamente detta.E' invece chiaro, ha ribadito il Presidente Di Paola, che Centri e addestratori lavorano nel quotidiano in una logica di "trasformazione" del prodotto, fino a farlo diventare un cavallo sportivo (per capirci, è quello che succede nelle aziende che trasformano "frutta/verdura" attraverso un processo industriale che fa parte a pieno titolo della filiera come agro-industria)
Manca insomma oggi uno status giuridico chiaro che riporti anche gli addestratori e i proprietari di Centri (e non solo gli allevatori "puri") ad essere figura riconosciuta e tutelata all'interno della filiera agricola dove sono assai maggiori le tutele ( ma anche i contributi, come ad esempio per i PSR dei Fondi UE o in periodi di crisi come quello legato alla attuale Pandemia, ndr). Tutto questo , non solo per i cavalli nati in Italia, ma anche per i cavalli nati all'estero e addestrati poi nel nostro Paese.