21 apr 2017

PARLA MARCO MANZI: LA MIA ITALIA, ANNO 2017

 “Come già scritto da queste pagine, Il Team Italy Senior ha da poco più di un mese un nuovo Coach, nominato a fine marzo dal Direttivo IRHA.

(foto A.Marchionna) Marco Manzi, classe 1962 e toscano come il suo illustre predecessore Filippo Masi, è un Trainer di lungo corso - o come li definisco io con affetto e rispetto - , uno  dei "Senatori" del Reining italiano.  In carriera ha legato il suo nome a diversi cavalli tra cui gli indimenticati  Sir Jack Frost, Tommy Prediction e Hanka Cody Chief ma soprattutto a Spanish Snapper(di proprietà di  Cecilia Frediani) Stallone con il quale ha portato a casa per l'Italia il Bronzo a squadre, durante i primissimi WEG di Jerez de la Frontera, sotto la guida dell'allora Coach Mario Sbrana. Modi gentili ma netti, idee chiare e uno sguardo di quelli che ti fanno la radiografia al primo impatto, Marco Manzi può certamente vantare una profonda conoscenza del nostro ambiente, con il vantaggio di avere indossato tra i primi quella maglia azzurra che avrà ora l’onere e l’onore di assegnare al Team ormai di seconda generazione, che guiderà nei prossimi anni”.
Vorrei approfittare di questo breve periodo di “limbo”, che misura la distanza tra la sua nomina ufficiale e le prime prove di qualifica, per farti alcune domande sulla tua Vision e sui tuoi prossimi passi nel guidare la Nazionale “maggiore”.
E anche io Approfitto volentieri di questa breve intervista per portare un saluto a tutta la nostra comunità Reining. Con un ringraziamento al Direttivo IRHA e al Presidente Cuoghi che ha creduto in me dandomi fiducia per i prossimi anni. Ma anche ringraziando doverosamente chi mi ha preceduto in questo ruolo. Mario Sbrana nei primi anni in Fei  e poi Filippo Masi, un carissimo amico a cui sono legato da un’amicizia ventennale e che davvero voglio ringraziare da un punto di vista umano e professionale per le tante e belle pagine scritte in questi suoi anni in azzurro. Spero di fare altrettanto bene e di ripagare con gli interessi il clima di fiducia che si è creato attorno alla mia persona.

Coach, il primo pensiero che ti è venuto quando hai ricevuto l’incarico dal Consiglio IRHA.
Guidare la Nazionale Seniors è un grande onore per me e un sogno che si realizza. Chiunque ogni mattina inforca la sella e inizia la sua giornata a cavallo, in fondo si domanda se un giorno avrà il privilegio di vestire in azzurro, di servire in azzurro. Capisci quindi,  che da questo incarico prestigioso scaturisce anche una grande responsabilità, perché fare il Coach significa innanzitutto fare delle scelte.  Ho ben chiaro di avere di fronte a me una comunità equestre che è molto cresciuta negli ultimi anni sia tra i cavalieri che sono al livello dei migliori del mondo – sia nell’allevamento, nel breeding  dei cavalli da Reining. Una crescita ancor prima culturale, che impone da parte mia un approccio sempre più attento e sempre più trasparente.

Inizi oggi un percorso che naturalmente guarda ai WEG del 2018. Questo vuol dire rimandare o accelerare alcune scelte di impostazione?
Anzi. L’opportunità di iniziare il percorso un anno prima, mi permette di centrare sin da adesso l’impostazione del mio mandato, cominciando proprio con gli Europei FEI di agosto.

Vorrei  dare un messaggio molto chiaro a cavalieri e allevatori.
Non ci saranno “alchimie”
o altri ragionamenti laterali, al di fuori del percorso di qualifiche.
Avverto in questo momento la necessità e l’urgenza di impostare un percorso di selezioni che dia unicamente spazio al merito e alla oggettività, che sono i due principi a cui di più mi ispiro. Una cosa che spero porti sempre  maggiore fiducia a tutto il nostro ambiente.

Si parla ormai delle qualifiche di maggio
Esatto. Come sai, la selezione del Team Seniors si svolgerà attraverso un CRI in due GO che si terranno nei giorni del Derby IRHA. Non ci saranno Long List.
Il Team Italy sarà composto dai 6 Binomi che otterranno il migliore Composite sui due GO. Quattro di questi affronteranno la Competizione a Squadre e, se qualificati, anche l’individuale. Gli altri due potranno partecipare solo alla competizione individuale (e uno tra questi sarà anche Riserva Ufficiale del Team ,ndr)

Una scelta molto “spinta” da parte tua, che mi sembra non lasci spazio alla discrezionalità o alla “politica” del dietro le quinte.
E’ un anno di ripartenza per il Team Italy. Lo sottolineo ancora: vorrei davvero che allevatori e cavalieri partecipino con fiducia al processo di selezione, senza avere retropensieri che le scelte vengano poi prese stando dietro una scrivania.

A proposito di scrivanie: i regolamenti FEI da quest’anno impongono ulteriori adempimenti amministrativi. Ci puoi chiarire meglio questi aspetti?
Certo, anzi colgo l’occasione per chiarire a tutti che la documentazione FEI di cavalli e cavalieri deve essere in regola già per il percorso di qualifiche e non solo per l’Evento di agosto.  I Cavalieri, ovviamente tesserati FISE, dovranno essere anche registrati FEI con un processo che potranno fare nel centro di appartenenza. Non c’è l’obbligo di proprietà del cavallo (nemmeno per gli eventuali Non Pro, in deroga al regolamento NRHA, ma i cavalli devono essere muniti del Passaporto FEI e Microchip. Particolarmente impegnativi sono tutti i requisiti di tipo veterinario (in particolare l’Art 1028 del Regolamento FEI) e siccome i procedimenti FEI richiedono tempo, invito davvero tutti a prendere le necessarie informazioni e muoversi per tempo per le qualifiche.  A maggio inoltre, faremo anche  una scuderizzazione separata per i soggetti FEI e replicheremo così le principali regole e controlli dell’evento di agosto, in modo da prendere tutti confidenza con comportamenti e normative che sono diverse da quelle IRHA-NRHA.

L’altra novità è la cosiddetta qualifica “Tre Stelle” FEI
Una novità che per la verità introduce alcune complicazioni a cui dovremo abituarci. IRHA ha già dovuto compilare (è on line sul sito) una lista dei potenziali Cavalieri “3 Stelle”. Una lista ad oggi molto ampia di eleggibilità,  in cui trovano posto i cavalieri Intermediate Open/Non Pro  e ovviamente i TOP 15 Open e Non Pro. Ma questo percorso di crescita per noi, significa anche  dover organizzare in futuro dei CRI 3 Stelle FEI di qualifica, eventi  che hanno criteri organizzativi ancora più stringenti. Per quest’anno dovremmo avere quasi certamente una deroga, ma voglio anticipare che le qualifiche per i WEG 2018 richiederanno un percorso più articolato e un po’ più performante.

Una delle lamentele che si sentono nei corridoi è tuttavia che queste Gare FEI, per quanto prestigiose, non trovino il giusto riscontro e accompagnamento economico da parte della Federazione (FISE).
Per quanto riguarda le qualifiche, voglio pensare che il fatto di concentrarle durante il Derby, evento a cui i cavalieri più titolati saranno comunque presenti, sia la prima garanzia per non disperdere impegno e risorse, anche dal punto di vista economico.

Inoltre, la FISE metterà a disposizione della Squadra Italiana le risorse per il rimborso completo delle spese di viaggio e di partecipazione, ma  soprattutto conferma il Bonus in denaro in caso di medaglie davvero importante, fino a 18.000 Euro tra titoli a squadre e individuali. Ripeto in caso di medaglie e su questo punto, permettimi di incrociare tutto l’incrociabile.

Gli Eventi FEI sono aperti ai cavalli dai 7 anni in su. Come si conciliano a tuo giudizio questi happening internazionali con l’agenda classica del Reining targato irha e Nrha ?
Il Reining, fino a poco fa era impostato fortemente su cavalli giovani e giovanissimi, ma è molto cambiato negli ultimi anni. Tutto l’ambiente ha spinto per allungare la carriera agonistica dei cavalli, spostando in su l’asticella degli Special. Da un lato, questa è una cosa buona per molti, perché permette di impostare il proprio investimento e la propria strategia su più annualità, tenendo conto  di tempi di recupero, eventuali infortuni e così via.  Ma è anche vero che questa girandola di “Special” con montepremi importanti, non aiuta in senso stretto il cammino della Nazionale. E’ un po’ come se nel calcio volessimo giocare i campionati nazionali fino a pochi giorni prima di un Mondiale e poi dover ricominciare subito dopo. Teniamo conto che i criteri veterinari FEI , che ho già richiamato prima, richiedono oggi condizioni davvero cristalline nel fisico e nelle zampe e ci sono Vet Check tassativi da rispettare.

Diciamo che Il mio sogno sarebbe poter avere un gruppo di cavalli selezionati più focalizzati ad un circuito Open di alto livello, sempre con un occhio al calendario FEI. Ma capisco che è un sogno, per cui spero di poter contare sul senso di responsabilità di allevatori e Trainers, sapendo che c’è in gioco la maglia Azzurra e questo è un sogno che nessun montepremi può eguagliare.

Coach, se lo dici tu che nel lontano 2002 portasti a casa il primissimo Bronzo FEI ai Mondiali di Jerez de la Frontera con la Nazionale allora guidata da Sbrana, c’è da crederci
Guarda, allora pensavo che fosse il massimo della responsabilità possibile per la mia carriera di cavaliere. Ma ti assicuro che ora questa responsabilità la sento raddoppiata!

Un flash sui principali concorrenti Europei
So già dove vuoi arrivare. Lo so, ci sono piccole nazioni che oggi sono fin troppo competitive e lo abbiamo visto negli ultimi anni.  Il Belgio – tanto per non fare nomi - ha tre fuoriclasse di livello mondiale, che anche da soli fanno la differenza.  Tre atleti che  possono  contare su un parco cavalli di rango planetario.  E’ vero, non possiamo farci nulla. Ma è anche vero che i loro risultati di questi anni sono  legati al talento enorme dei singoli, più che al peso complessivo che il Belgio ha nel nostro sport.

Il nostro tessuto è diverso, più simile alla Germania e all’Austria. Comunità equestri molto importanti, un ambiente vivace di scuderie e allevatori, un investimento importante nel vivaio delle giovanili. E lo provano le tante medaglie portate a casa dagli Azzurrini – anzi approfitto per salutare Alex Meconi, che con Juniors e Young Riders disputerà quest’anno il primissimo Mondiale FEI di specialità riservato ai cavalieri  under 21. – Io credo che del nostro lavoro, molto resterà in eredità ai giovani a cui sapremo trasmetterlo. Non è così in tutte le nazioni.  In Italia invece ci sono molte ottime giovani mani, che sono certo prenderanno il posto dei campioni di oggi.  Poi ci sono Pasei come la Francia e la Gran Bretagna, in crescita verticale, che magari non hanno la possibilità di allestire un Team super competitivo, ma sanno sempre essere pungenti a livello individuale.

Questo primo mese di lavoro come è stato?
Tantissimi contatti, incontri, molte pacche sulle spalle. La voglia di fare squadra anche nelle componenti che stanno dietro le quinte, ma non sono meno importanti: Veterinari, maniscalchi, accompagnatori e così via. E poi l’impatto , anzi la full immersion  con la parte diciamo così amministrativa, quella che quando sei in arena, non ti sembra così rilevante.  Il tessuto di regole FEI e federali è di quelli importanti e va masticato e rimasticato con attenzione. D’altronde il Reining è la prima disciplina western style ad entrare nel salotto buono dell’Equitazione mondiale targato FEI e questi eventi, sempre più saranno vetrina e biglietto da visita del nostro sport che proprio in ragione dei risultati ottenuti, è sempre più considerato anche in ambito Federale. Un credito importante, ma un solo impegno davvero mi guiderà: onorare tutto questo in Arena, dove alla fine tutti i sogni si trasformano in realtà.


A cura di Mauro Penza x Mauro Penza Reining News

Aprile 2017