“Come già scritto da queste pagine, Il Team Italy
Senior ha da poco più di un mese un nuovo Coach, nominato a fine marzo dal
Direttivo IRHA.
(foto A.Marchionna) Marco Manzi, classe 1962 e toscano come il suo illustre
predecessore Filippo Masi, è un Trainer di lungo corso - o come li definisco io
con affetto e rispetto - , uno dei
"Senatori" del Reining italiano. In carriera ha legato il suo nome a diversi
cavalli tra cui gli indimenticati Sir Jack Frost, Tommy Prediction e Hanka Cody Chief ma soprattutto a Spanish
Snapper(di proprietà di Cecilia
Frediani) Stallone con il quale ha portato a casa per l'Italia il Bronzo a
squadre, durante i primissimi WEG di Jerez de la Frontera, sotto la guida
dell'allora Coach Mario Sbrana. Modi gentili ma netti, idee chiare e uno sguardo di quelli che ti fanno la radiografia al primo impatto, Marco Manzi
può certamente vantare una profonda conoscenza del nostro ambiente, con il
vantaggio di avere indossato tra i primi quella maglia azzurra che avrà ora l’onere
e l’onore di assegnare al Team ormai di seconda generazione, che guiderà nei
prossimi anni”.
Vorrei approfittare di
questo breve periodo di “limbo”, che misura la distanza tra la sua nomina
ufficiale e le prime prove di qualifica, per farti alcune domande sulla tua
Vision e sui tuoi prossimi passi nel guidare la Nazionale “maggiore”.
E anche io Approfitto volentieri di questa breve intervista per portare
un saluto a tutta la nostra comunità Reining. Con un ringraziamento al
Direttivo IRHA e al Presidente Cuoghi che ha creduto in me dandomi fiducia per
i prossimi anni. Ma anche ringraziando doverosamente chi mi ha preceduto in
questo ruolo. Mario Sbrana nei primi anni in Fei e poi Filippo Masi, un carissimo amico a cui
sono legato da un’amicizia ventennale e che davvero voglio ringraziare da un
punto di vista umano e professionale per le tante e belle pagine scritte in
questi suoi anni in azzurro. Spero di fare altrettanto bene e di ripagare con
gli interessi il clima di fiducia che si è creato attorno alla mia persona.
Coach, il primo pensiero che ti è
venuto quando hai ricevuto l’incarico dal Consiglio IRHA.
Guidare la Nazionale Seniors è un grande onore per me e un sogno che si
realizza. Chiunque ogni mattina inforca la sella e inizia la sua giornata a
cavallo, in fondo si domanda se un giorno avrà il privilegio di vestire in
azzurro, di servire in azzurro. Capisci quindi, che da questo incarico prestigioso scaturisce anche
una grande responsabilità, perché fare il Coach significa innanzitutto fare
delle scelte. Ho ben chiaro di avere di
fronte a me una comunità equestre che è molto cresciuta negli ultimi anni sia
tra i cavalieri che sono al livello dei migliori del mondo – sia
nell’allevamento, nel breeding dei
cavalli da Reining. Una crescita ancor prima culturale, che impone da parte mia
un approccio sempre più attento e sempre più trasparente.
Inizi oggi un percorso che
naturalmente guarda ai WEG del 2018. Questo vuol dire rimandare o accelerare
alcune scelte di impostazione?
Anzi. L’opportunità di iniziare il percorso un anno prima, mi permette di
centrare sin da adesso l’impostazione del mio mandato, cominciando proprio con
gli Europei FEI di agosto.
Vorrei dare un messaggio molto
chiaro a cavalieri e allevatori.
Non ci saranno “alchimie”
o altri ragionamenti laterali, al di fuori del percorso di qualifiche.
Non ci saranno “alchimie”
o altri ragionamenti laterali, al di fuori del percorso di qualifiche.
Avverto in questo momento la necessità e l’urgenza di impostare un
percorso di selezioni che dia unicamente spazio al merito e alla oggettività,
che sono i due principi a cui di più mi ispiro. Una cosa che spero porti sempre
maggiore fiducia a tutto il nostro
ambiente.
Si parla ormai delle qualifiche di
maggio
Esatto. Come sai, la selezione del Team Seniors si svolgerà attraverso un
CRI in due GO che si terranno nei giorni del Derby IRHA. Non ci saranno Long
List.
Il Team Italy sarà composto dai 6 Binomi che otterranno il migliore
Composite sui due GO. Quattro di questi affronteranno la Competizione a Squadre
e, se qualificati, anche l’individuale. Gli altri due potranno partecipare solo
alla competizione individuale (e uno tra
questi sarà anche Riserva Ufficiale del Team ,ndr)
Una scelta molto “spinta” da parte
tua, che mi sembra non lasci spazio alla discrezionalità o alla “politica” del
dietro le quinte.
E’ un anno di ripartenza per il Team Italy. Lo sottolineo ancora: vorrei
davvero che allevatori e cavalieri partecipino con fiducia al processo di
selezione, senza avere retropensieri che le scelte vengano poi prese stando
dietro una scrivania.
A proposito di scrivanie: i
regolamenti FEI da quest’anno impongono ulteriori adempimenti amministrativi.
Ci puoi chiarire meglio questi aspetti?
Certo, anzi colgo l’occasione per chiarire a tutti che la documentazione
FEI di cavalli e cavalieri deve essere in regola già per il percorso di
qualifiche e non solo per l’Evento di agosto.
I Cavalieri, ovviamente tesserati FISE, dovranno essere anche registrati
FEI con un processo che potranno fare nel centro di appartenenza. Non c’è
l’obbligo di proprietà del cavallo (nemmeno per gli eventuali Non Pro, in
deroga al regolamento NRHA, ma i cavalli devono essere muniti del Passaporto
FEI e Microchip. Particolarmente impegnativi sono tutti i requisiti di tipo
veterinario (in particolare l’Art 1028 del Regolamento FEI) e siccome i
procedimenti FEI richiedono tempo, invito davvero tutti a prendere le
necessarie informazioni e muoversi per tempo per le qualifiche. A maggio inoltre, faremo anche una scuderizzazione separata per i soggetti
FEI e replicheremo così le principali regole e controlli dell’evento di agosto,
in modo da prendere tutti confidenza con comportamenti e normative che sono
diverse da quelle IRHA-NRHA.
L’altra novità è la cosiddetta
qualifica “Tre Stelle” FEI
Una novità che per la verità introduce alcune complicazioni a cui dovremo
abituarci. IRHA ha già dovuto compilare (è on line sul sito) una lista dei
potenziali Cavalieri “3 Stelle”. Una lista ad oggi molto ampia di eleggibilità,
in cui trovano posto i cavalieri
Intermediate Open/Non Pro e ovviamente i
TOP 15 Open e Non Pro. Ma questo percorso di crescita per noi, significa anche dover organizzare in futuro dei CRI 3 Stelle
FEI di qualifica, eventi che hanno
criteri organizzativi ancora più stringenti. Per quest’anno dovremmo avere quasi certamente una
deroga, ma voglio anticipare che le qualifiche per i WEG 2018 richiederanno un
percorso più articolato e un po’ più performante.
Una delle lamentele che si sentono
nei corridoi è tuttavia che queste Gare FEI, per quanto prestigiose, non
trovino il giusto riscontro e accompagnamento economico da parte della
Federazione (FISE).
Per quanto riguarda le qualifiche, voglio pensare che il fatto di
concentrarle durante il Derby, evento a cui i cavalieri più titolati saranno
comunque presenti, sia la prima garanzia per non disperdere impegno e risorse,
anche dal punto di vista economico.
Inoltre, la FISE metterà a disposizione della Squadra Italiana le risorse
per il rimborso completo delle spese di viaggio e di partecipazione, ma soprattutto conferma il Bonus in
denaro in caso di medaglie davvero importante, fino a 18.000 Euro tra titoli a
squadre e individuali. Ripeto in caso di medaglie e su questo punto, permettimi
di incrociare tutto l’incrociabile.
Gli Eventi FEI sono aperti ai
cavalli dai 7 anni in su. Come si conciliano a tuo giudizio questi happening
internazionali con l’agenda classica del Reining targato irha e Nrha ?
Il Reining, fino a poco fa era impostato fortemente su cavalli giovani e
giovanissimi, ma è molto cambiato negli ultimi anni. Tutto l’ambiente ha spinto
per allungare la carriera agonistica dei cavalli, spostando in su l’asticella degli
Special. Da un lato, questa è una cosa buona per molti, perché permette di
impostare il proprio investimento e la propria strategia su più annualità,
tenendo conto di tempi di recupero,
eventuali infortuni e così via. Ma è
anche vero che questa girandola di “Special” con montepremi importanti, non
aiuta in senso stretto il cammino della Nazionale. E’ un po’ come se nel calcio
volessimo giocare i campionati nazionali fino a pochi giorni prima di un
Mondiale e poi dover ricominciare subito dopo. Teniamo conto che i criteri
veterinari FEI , che ho già richiamato prima, richiedono oggi condizioni
davvero cristalline nel fisico e nelle zampe e ci sono Vet Check tassativi da
rispettare.
Diciamo che Il mio sogno sarebbe poter avere un gruppo di cavalli
selezionati più focalizzati ad un circuito Open di alto livello, sempre con un
occhio al calendario FEI. Ma capisco che è un sogno, per cui spero di poter
contare sul senso di responsabilità di allevatori e Trainers, sapendo che c’è
in gioco la maglia Azzurra e questo è un sogno che nessun montepremi può
eguagliare.
Coach, se lo dici tu che nel
lontano 2002 portasti a casa il primissimo Bronzo FEI ai Mondiali di Jerez de
la Frontera con la Nazionale allora guidata da Sbrana, c’è da crederci
Guarda, allora pensavo che fosse il massimo della responsabilità
possibile per la mia carriera di cavaliere. Ma ti assicuro che ora questa
responsabilità la sento raddoppiata!
Un flash sui principali concorrenti
Europei
So già dove vuoi arrivare. Lo so, ci sono piccole nazioni che oggi sono
fin troppo competitive e lo abbiamo visto negli ultimi anni. Il Belgio – tanto per non fare nomi - ha tre
fuoriclasse di livello mondiale, che anche da soli fanno la differenza. Tre atleti che possono contare su un parco cavalli di rango
planetario. E’ vero, non possiamo farci
nulla. Ma è anche vero che i loro risultati di questi anni sono legati al talento enorme dei singoli, più che
al peso complessivo che il Belgio ha nel nostro sport.
Il nostro tessuto è diverso, più simile alla Germania e all’Austria.
Comunità equestri molto importanti, un ambiente vivace di scuderie e
allevatori, un investimento importante nel vivaio delle giovanili. E lo provano
le tante medaglie portate a casa dagli Azzurrini – anzi approfitto per salutare
Alex Meconi, che con Juniors e Young Riders disputerà quest’anno il primissimo
Mondiale FEI di specialità riservato ai cavalieri under 21. – Io credo che del nostro lavoro,
molto resterà in eredità ai giovani a cui sapremo trasmetterlo. Non è così in
tutte le nazioni. In Italia invece ci
sono molte ottime giovani mani, che sono certo prenderanno il posto dei campioni
di oggi. Poi ci sono Pasei come la
Francia e la Gran Bretagna, in crescita verticale, che magari non hanno la
possibilità di allestire un Team super competitivo, ma sanno sempre essere
pungenti a livello individuale.
Questo primo mese di lavoro come è
stato?
Tantissimi contatti, incontri, molte pacche sulle spalle. La voglia di
fare squadra anche nelle componenti che stanno dietro le quinte, ma non sono
meno importanti: Veterinari, maniscalchi, accompagnatori e così via. E poi
l’impatto , anzi la full immersion con la
parte diciamo così amministrativa, quella che quando sei in arena, non ti
sembra così rilevante. Il tessuto di
regole FEI e federali è di quelli importanti e va masticato e rimasticato con
attenzione. D’altronde il Reining è la prima disciplina western style ad
entrare nel salotto buono dell’Equitazione mondiale targato FEI e questi eventi,
sempre più saranno vetrina e biglietto da visita del nostro sport che proprio
in ragione dei risultati ottenuti, è sempre più considerato anche in ambito
Federale. Un credito importante, ma un solo impegno davvero mi guiderà:
onorare tutto questo in Arena, dove alla fine tutti i sogni si trasformano in
realtà.
A cura di Mauro
Penza x Mauro Penza Reining News
Aprile 2017