11 dic 2008

Aste e numeri del Futurity NRHA

CONSIDERAZIONI "OFF THE RECORDS"...
Come diciamo ormai da tempo, c'è un certo livellamento world wide nella preparazione dei cavalli e dei Riders, soprattutto tra i professionisti. E lo abbiamo notato proprio in occasione del FEI World Championship che ci ha visto Campioni del Mondo. Tuttavia alcune cose ancora distinguono fortemente il Futurity di Oklahoma, (bello lo slogan qui di fianco "Benvenuti nel nostro mondo!" ) in una nazione dove - e certo, non lo dimentichiamo - la cultura dei cavalli è fortemente radicata e in realtà Cutting e Reining rappresentano semplicemente la punta dell'Iceberg, una sorta di "Formula 1" dell'ampissimo mondo western style, dove in ogni fattoria ci sono buoni cavalli da sella.

Tutto questo si rispecchia nei numeri. A partire dal montepremi NRHA che quest'anno è stato alla fine poco al di sotto dei 2 Milioni di dollari. Erano 460 i cavalli iscritti nelle categorie Open e 178 nelle Non Pro. Da cui è scaturito Un pay out per il Futurity Open Champion di ben 150.000$ e 41.000$ per la Non Pro Champion. Inoltre anche all'ultimo classificato dei finalisti Open è stato garantito un premio minimo di 10.000$. Un bel rimborso spese per tutti, non c'è che dire. Per non parlare del biglietto di entrata a 8$ (Wow!) e il catino dei 20.000 di Okla pieno - per la verità, solo per le finalissime-.

Ma la parte più importante e che dà il senso della dimensione di questo mercato, sono le Aste che si tengono a Oklahoma durante il Futurity. Un mercato che proprio qui da noi - nonostante alcuni timidi tentativi del passato - non è mai decollato. A Okla durante le 3 Aste che si sono tenute, sono stati messi in vendita complessivamente 364 cavalli, di cui 265 sono stati venduti per un totale di 2,9 Milioni di dollari di fatturato a un prezzo medio di vendita di 10.900$. Tutto viene inoltre classificato (cavalli, acquirenti, venditori) e i Results di queste vendite sono agevolmente visibili con tanto di prezzi esposti (vedi links qui sotto). Insomma, un mondo che in alcune cose è ancora davvero tanto distante dal nostro. Per questo ultimo aspetto, in realtà, non certo per colpa degli operatori del settore. In Italia, dove l'equitazione è comunque ancora considerato un settore di "elite", siamo sepolti tra redditometri, indeducibilità delle spese e altri mille vincoli e lacci fiscali, ed è quindi inevitabile che tutta questa parte rimanga di fatto nell'ombra.
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