RENZO CANCIANI. CONSIGLIERE USCENTE IRHA
Testo da lui scritto sulla sua pagina FB, dove potete leggere anche i commenti
Testo da lui scritto sulla sua pagina FB, dove potete leggere anche i commenti
L’Irha è una comunità di persone che da 40 anni ama il reining.
Questa comunità si è data delle regole per coordinarsi e per lavorare insieme, queste regole sono contenute nello statuto.
Lo statuto deve essere sempre seguito alla lettera altrimenti l’associazione è finita.
I soci si sono autotassati per pagare le attività dell’associazione e per pagare la segreteria che è al servizio dei soci che ne finanziano le spese e lo stipendio.
L’Irha per essere più presente e capillare sul territorio si è divisa ( è composta...?) in associazioni regionali ( enti semindipendenti ) che gestiscono il reining della propria regione.
In questi 4 anni abbiamo cercato di coinvolgere i presidenti delle regioni ma secondo me è arrivato il momento di fare scelte più coraggiose:
I presidenti nel tavolo di lavoro con Irha hanno presentato poche proposte ( probabilmente perché già assorbiti totalmente dal lavoro nella propria regione ) ma hanno sottoscritto tempo fa una lettera secondo me fondamentale, cerco di riassumere:
Le regioni devono essere parte integrante dell’Irha , come ragione sociale, come statuto e nei rapporti con Fise e Nrha.
Irha, con esperti del settore deve costruire un progetto con un’impalcatura di rapporti solida e replicabile dove tutti regionalisti si sentano partecipi, integrati, protetti, coordinati, tutelati, orgogliosi e fieri di essere le solide fondamenta dell’Irha.
Più saremo uniti e più saremo forti.
Dall’altra parte Irha deve provare profonda gratitudine per il grande lavoro e le grandi responsabilità che devono sopportare i presidenti e i loro consigli regionali che non devono sentirsi foglioline al vento ma solide radici.
Deve farlo anche dimostrandolo platealmente riservando un tavolo di prestigio gratuito sulla bouvette durante gli special events.
Al momento i presidenti si sentono imbarazzati per chiedere un pass in più per la moglie.
È solo un gesto non diranno di averne bisogno ma è un gesto dovuto e doveroso perché non si deve dare tutto il loro impegno per scontato...
Come del resto per i consiglieri nazionali, in 10 anni da consigliere mai un rimborso spese, mai un crodino sulla bouvette.
A me non serve il crodino ma va riconosciuto l’impegno svolto ... anche solo con un crodino.
Il tavolo dei presidenti regionali e mogli è doveroso, anche il tavolo dei consiglieri e mogli è doveroso.
È un gesto ripeto... ma va fatto per dimostrare il rispetto per quello che si sta facendo gratuitamente e col massimo impegno per l’associazione.
I presidenti regionali devono smettere di aspettare il consiglio nazionale, devono essere liberi e responsabili di redigere i programmi che li riguardano prendendosi le responsabilità e le libertà delle loro scelte ( ovviamente coordinandosi con il consiglio nazionale che deve rettificare le decisioni proposte avendo quest’ultimo il massimo potere decisionale ).
Le regioni come da loro richiesta e come volontà del consiglio uscente devono diventare comitati organizzatori del campionato regionale Irha e Fise (eletti però SOLO dai soci con residenza SPORTIVA nella regione ).
In ciascuna regione tutto quello che va oltre il campionato regionale deve essere uno spazio entusiasmante e appetibile dove tutti i centri ippici possono e devono avere libertà e creatività di organizzare e promuovere ciò che ritengono più opportuno per i loro soci e il loro territorio coordinandosi tra loro nelle regole ma senza lacci e lacciuoli che li imbalzano, demotivano e deprimono.
Se cresce il reining, a qualsiasi livello, è un bene per il reining e chi ama il reining deve esserne felice e non geloso o invidioso altrimenti, in realtà, il reining non lo ama veramente.
A presto...
Irha capitolo 2) Obiettivi ?
L’Irha deve decidere se vuole essere l’associazione di tutti o l’associazione di chi ha un tot di soldi e oltre.
Secondo me ha già deciso, il 70% dei soci con cui mi sono confrontato in tanti anni non riesce a vedere opportunità nella fascia dei cavalieri di base.
Facciano come credono ma non si permettano di impedire ad altri di farlo.
La conferma si ha con i numeri irrisori dei partecipanti alle classi debuttanti che ( tolto in alcune capaci e meritevoli regioni ) si contano sulle dita di una mano.
La presunzione di alcuni gestori del ristorante Irha e di alcuni suoi ristoranti regionali è quella di pretendere che per mangiare si debba obbligatoriamente passare da loro, altrimenti ti procuri il cibo di contrabbando o muori di fame.
È da decenni che ci provano invano.
Quest’anno per fortuna e per lungimiranza di alcuni consiglieri e della Fise si è data la possibilità con il programma di avviamento al reining ai singoli centri Fise di coltivare terreni abbandonati, inesplorati e desertificati che collaborando con gli enti di promozione sportiva porteranno nuova linfa vitale ai centri, ai tecnici, alla Fise, ad Irha e se fosse più furba anche all’Nrha ( presto il capitolo Nrha ).
La clientela che sceglie di mangiare da Cracco è diversa da quella che vuol mangiare al fast food, non solo per il portafoglio ( che a volte è più imbottito dei consumatori di ristoranti stellati ).
Semplicemente sono esigenze diverse.
Cracco non può obbligare la gente: “ venite da me oppure morite di fame...”
Anzi ha fatto pubblicità alle patatine San Carlo e cerca di spiegare perché vale la pena spendere centinaia di euro per mangiare da lui ... a più gente possibile.
Non è proprietario della San Carlo, ci collabora.
Come dovremmo collaborare noi Irha con “ la grande distribuzione “ .
I nostri special events sono solo la punta dell’iceberg di un mondo che se vorrà continuare a galleggiare avrà bisogno estremo della sua base.
Oppure si potrebbe anche decidere di mantenere un tenore elevato solo levandosi il cappello e potere decisionale nei confronti dello sponsor facoltoso di turno che a fronte di soldi vorrà dettare alcune regole del gioco.
Non c’è niente di male, basta esserne consapevoli e non frignare dopo.
Dobbiamo chiederci più spesso:
Chi siamo,
chi vogliamo essere,
come potremmo esserlo.
Se non discutiamo di questo prima... tutto il resto è aria fritta.
Se qualcuno dei candidati non vuole divulgare questi argomenti prima delle elezioni?
Vedete voi ... prima di salire su una corriera vorrei sapere dove sta andando l’autista.
Poco mi importa di chi sta simpatico o meno all’autista, prima di tutto voglio sapere dove vuole andare e poi si parlerà del resto.
Anzi, se parla solo di simpatie e antipatie probabilmente è segno che i programmi sono modesti.
A presto.
Irha capitolo 3) Elezioni, liste, Irbha.
Siamo molto fortunati a poterci esprimere in un’assemblea ogni anno, lamentandoci o complimentandoci con il presidente e con i consiglieri.
In altri soggetti ( Fise, Fitetrec, Nrha per esempio ) non è contemplata un’assemblea annuale, o delle elezioni del consiglio europeo per Nrha.
Questo per tanti miopi potrebbe essere un limite alla semplice governabilità ma invece è l’arma vincente per compattare e ascoltare una comunità che diversamente si disperderebbe in mille rivoli ( come spesso succede infatti nelle altre discipline) .
Teniamoci stretto le nostre animate assemblee!
Alcuni sostengono che per governare bene ci sia bisogno di un consiglio votato per lista.
Secondo me è l’errore più grande che si possa fare.
Certo che governerai meglio con gente che la pensa come te ma sei sicuro che le scelte che prenderai terranno conto di TUTTI i soci?
Esempio:
Se faccio una bella lista di 9 grandi allevatori probabilmente ci sarà uniformità di vedute al tavolo del consiglio ma la visione del piccolo cavaliere e le sue esigenze saranno rappresentate?
Vuol dire trascurare un pezzo di associazione.
Viceversa un tavolo con 9 trainers.
O con 9 “ rivoluzionari “ che “ se c’ero io facevo...”
O 9 che hanno già governato da decenni.
La verità è che il consiglio non va deciso tra i candidati che si stanno più simpatici, va deciso dall’assemblea scegliendo il meglio delle varie categorie che compongono l’associazione.
La lista è la scelta più comoda e sicura per far eleggere persone che non verrebbero mai elette con elezioni nominali o per escludere il candidato valido ma antipatico o disallineato ... tipo il sottoscritto....
Se i soci ti chiederanno di sederti al tavolo col tuo maggior nemico per l’interesse e lo spirito di volontariato che anima la tua candidatura lo fai e basta, comodo dire viceversa “mi siedo solo con chi voglio io...”
Forse lo spirito associativo non fa per te allora...
L’Irbha non è L’Irha.
È presumibile e auspicabile che viaggino di pari passo, collaborando come è sempre stato ma deve essere un vantaggio reciproco.
Anche la minaccia di scappare col salvadanaio non è l’essenza dello spirito associativo.
Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.
Chi usa questi mezzi forse non è così interessato alla crescita dell’Irha ma è più interessato a gestire le proprie faccende pensando che poche persone possano tenere in scacco molte altre.
A presto.
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